Ancora non possiamo credere a quello che sia successo. Non riusciamo a trovare una risposta al dramma che stiamo vivendo. In questi momenti si riflette e si pensa sull’essenza della vita, una vita che in certi casi è davvero crudele. Ma chi era Lorena Mangano? Lorena era una ragazza di 23 anni di Capo d’Orlando, con una gioia di vivere immensa. Studentessa universitaria di scienze motorie, sportiva (grazie allo sport ci siamo conosciuti) e amante della vita. Una ragazza fuori dal comune. E non tanto per dire o come si fa nei momenti in cui una persona viene a mancare, quando per incanto tutti diventano santi. Lei era davvero speciale. Speciale per i valori che la sua famiglia le ha trasmesso, speciale per come li condivideva con noi amici. Sempre col sorriso in volto e con quegli occhi grandi che trasmettevano voglia di vita. Semplice e pulita, due peculiarità del suo essere.
23 anni ma già con scelte importanti fatte. Lorena aveva scelto e voluto fortemente Messina per il suo percorso formativo. Ad esempio l’anno scorso, quando ebbe la possibilità di andare via dalla nostra città decise di rimanere. Perché per lei Messina voleva dire casa. Potremmo raccontare tanti momenti trascorsi con lei, ma tra questi ci piace raccontare l’ultimo. Il pomeriggio del tragico evento eravamo a mare, lei era col suo inseparabile libro perché a breve avrebbe avuto degli esami, con il suo fido amico sempre accanto, con gli occhi chiusi sempre a pensare di realizzare i suoi sogni in una vita oggi spezzata. Ma l’eccezionalità di Lorena la si percepisce ancora di più dalla famiglia che ha avuto. In questi giorni siamo stati a stretto contatto con loro. Il fratello Stefano, la sorella Marilena, tutti i suoi parenti ed infine i suoi genitori. Lo strazio e il dolore ci accomunano tutti in questo momento ma quello dei genitori è un qualcosa di indescrivibile. Credo che le loro parole, “un genitore non può vedere morire una figlia di 23 anni”, rimarranno per noi indelebili. Vorremmo anche evidenziare l’altruismo di Lorena, e non quello delle parole ma quello dei fatti. Infatti Lei aveva detto ai suoi familiari che in caso di un evento tragico avrebbe donato gli organi. Così aveva detto e così si è fatto. Cosa ci aspettiamo ora? Siccome nessuno ce la potrà ridare, confidiamo nella giustizia e nella verità, per questo chiediamo alla nostra comunità, al sindaco, alla Giunta, al consiglio comunale, all’Università, alle associazioni e a tutti coloro che credono in determinati valori di fare tutto il possibile perché si faccia chiarezza. Cosa proveremo a fare? Ci impegneremo, con chi lo vorrà, a far sì che Messina non si scordi di Lorena, magari intitolandole una piazza o proponendo all’Università di dedicarle una borsa di studio per gli studenti fuori sede come Lei. Perché un silenzio delle istituzioni o il non fare delle persone amiche equivarrebbe a uccidere Lorena per una seconda volta. La comunità messinese non può e non deve permettersi questo!
Non ti dimenticheremo mai, perché ti porteremo sempre dentro.
I tuoi amici più grandi...
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