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Palazzo Zanca, questa è davvero l’ultima spiaggia

Forse davvero quello che si presenta, al tramonto dei primi tre anni di mandato, è l’ultimo bivio. Per l’amministrazione Accorinti. Per il consiglio comunale. Per una stagione politico-amministrativa iniziata sotto ben altri auspici e avvitatasi, invece, in un vortice di emergenze, di errori, di conflitti, di disavventure giudiziarie che hanno vanificato, o rischiano di farlo definitivamente, anche quel poco o molto di buono che si è tentato di portare avanti in città. È davvero una situazione “kafkiana” quella che ha paralizzato per lunghissimi mesi Palazzo Zanca, la lenta agonia di un paziente che i medici non sanno o non possono curare ma al quale nessuno ha il coraggio di staccare la spina.

Ora non ci sono alternative: o finalmente le vicende del bilancio si sbloccheranno o tutto precipiterà verso il baratro del “default” (anche perché gli spifferi provenienti dalla Corte dei Conti sembrano essere “mortiferi”). Il fatidico parere del Collegio dei revisori sul Previsionale 2015 è atteso per oggi. Dovrebbe essere una sessione lampo, quella prevista in consiglio comunale, alla vigilia, però, di altri possibili sconvolgimenti. Non sono solo i cambi di casacca in corsa, le surroghe di consiglieri dimissionari (va apprezzata l’assoluta coerenza mostrata da Nina Lo Presti e Gino Sturniolo) e di quelli “impossibilitati” a svolgere il proprio ruolo (inutile fare nomi...), la questione cruciale è accertare se esiste ancora la volontà di proseguire e arrivare alla naturale scadenza del mandato. Ci sono altri due anni, la città non può permettersi il lusso di continuare a vivere in una sorta di assurdo limbo.

L’assessore al Bilancio Luca Eller Vainicher è un inguaribile ottimista. Anche ieri, camminando con il suo ormai inconfondibile passo fulmineo nei corridoi municipali, ha ribadito che manca poco perché si possa cominciare a invertire la tendenza. Basta svoltare adesso, superare lo scoglio di questo maledettissimo Previsionale “fantasma” e avere la disponibilità finanziaria che lo Stato elargisce ai Comuni dopo l’approvazione dei loro bilanci. Eller Vainicher chiarisce di non aver voluto minacciare i revisori dei conti con la paventata ipotesi di rivolgersi alla Procura della Repubblica: «Non è mio costume brandire la via giudiziaria, però io devo tutelare gli interessi del Comune e, dunque, dell’intera città e non posso consentire a nessuno, dico a nessuno, di prenderci in giro, di tenere sott’acqua le speranze di riscatto di una comunità».

Messina è uno dei casi limite ma proprio ieri l’Anci Sicilia è stata costretta a lanciare l’ennesimo disperato appello al ministro dell’Interno per «sollecitare un intervento urgente al fine di evitare che la situazione di emergenza finanziaria ed istituzionale della Sicilia possa determinare ulteriori condizioni di implosione del sistema sociale». E se qui si è ancora alle prese con il Previsionale dell’anno scorso, i Comuni siciliani sono costretti ad alzare bandiera bianca: «La condizione complessiva del sistema – sostiene l’Anci – rende impossibile la stessa compilazione dei bilanci entro ed oltre il termine fissato per disposizione nazionale. La pesantezza della situazione delle amministrazioni locali non consente ulteriori temporeggiamenti e determina una condizione di elevato rischio di isolamento anche per quegli amministratori già fortemente esposti sui diversi versanti della legalità». Insomma, “mal Comune” nessun gaudio...

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