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Il sindaco è anche metropolitano, si riparla di sfiducia

Renato Accorinti

“Il sindaco della città capoluogo sarà anche il sindaco della città metropolitana. Ciao, ciao Renato” ha scritto ieri sera su fb, l'ex city manager e candidato sindaco nel 2013, Gianfranco Scoglio, lanciandosi in una facilmente interpretabile considerazione, che circolava anche tra i diversi gruppi di palazzo Zanca, stamattina. In poche parole, era quello che i big della politica cittadina aspettavano per portare avanti la mozione di sfiducia al primo cittadino, che, appunto, il sindaco della città metropolitana coincidesse con quello del capoluogo, e, con molta probabilità, anche con quella di senatore, in caso di conferma popolare della riforma costituzionale, al referendum del prossimo autunno. E a palazzo Zanca i consiglieri tornano a contarsi. Mentre l'Udc si dice pronto alla scadenza annunciata lo scorso mese di aprile:”A giugno presenteremo la sfiducia direttamente al segretario generale - ha assicurato il presidente nazionale Giampiero D'Alia - non sono più così chiare le intenzioni di Pdr e Pd, che pure l'avevano minacciata. Il problema resta il possibile candidato sindaco che al momento solo l'Udc sembra aver designato, o meglio lo stesso D'Alia ha dichiarato che la persona giusta sarebbe il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone. Quest'ultimo, che ha confermato di essere pronto a scendere in campo, ha anche smentito ogni ipotesi d'accordo con la nuova versione messinese di Forza Italia, quella che fa capo a Francantonio Genovese. E a suggellare il fatto che fra i due non corre buon sangue, ci ha pensato proprio l'ex parlamentare del PD, il quale ha dichiarato che non sosterrebbe mai Ardizzone e ha anche avanzato l'ipotesi Emilia Barrile, anche se la presidente  del consiglio comunale pare abbia altre ambizioni politiche. Insomma torna in auge il toto candidato post sfiducia al primo cittadino e nelle segreterie si fanno i calcoli su quando si potrebbe tornare al voto anticipato. Si parla di ottobre 2017, in contemporanea con le regionali. Intanto però, per Accorinti, come per Bianco e Orlando, si apre una nuova era e i problemi da affrontare e risolvere dopo tre anni dall'abolizione delle province, saranno tanti e serissimi. Questa è l'unica certezza. Tutto il resto, per il momento, è soltanto fantapolitica.

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