Alla base della decisione del sovrintendente di lasciare l'incarico c'è un clima di tensione e di assoluta mancanza di serenità all'interno dell'Ente, un po' in tutte le sue componenti. Questa tensione ha indotto Antonino Saija a lasciare -come ha spiegato al Cda - un incarico divenuto dal costo umano e professionale, elevato.
Nella sua comunicazione, Saija, ha parlato di azioni di resistenza interna che mirano ad impedire ogni innovazione. Ma anche di una struttura, fatte le dovute esclusioni, tesa a tutelare privilegi ventennali ed indifferente agli interessi del Teatro.
Una stoccata arriva anche nei confronti dello stesso Consiglio di Amministrazione. Saija ha parlato di inaccettabile mancanza di consapevolezza istituzionale del ruolo dimostrato da qualche consigliere che ha provocato danni all’immagine del Teatro ed al perseguimento degli obiettivi dell’Ente.
Senza il Sovrintendente la programmazione estiva dell'Ente rischia di essere pregiudicata, ma anche quella invernale potrebbe subire seri rallentamenti.
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