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Il bilancio verrà rifatto, ma le casse sono vuote

Il bilancio verrà rifatto, ma le casse sono vuote

Se la commissione Bilancio di ieri mattina doveva servire a trovare una soluzione a quella che lo stesso presidente dei revisori Zaccone ha definito «vicenda grottesca» del Previsionale 2015, si può dire che il risultato è stato raggiunto a metà. Perché per capire se di vera soluzione si tratta, bisognerebbe prima mettersi d’accordo su quale fosse l’obiettivo. Se l’obiettivo era trovare una strada che conducesse all’approvazione del bilancio di previsione, in un certo senso è stato raggiunto, sebbene la strada stessa risulti tortuosa e soprattutto più lunga di quanto l’Amministrazione auspicasse. Se l’obiettivo, invece, era dare entro un paio di giorni ossigeno alle ormai quasi vuote casse comunali con i 70 milioni del contributo statale, no, qui non ci siamo proprio.

La soluzione a metà emersa dalla lunga commissione Bilancio di ieri, voluta dal presidente Carlo Abbate, è infatti la seguente: l’Amministrazione rifarà il bilancio di previsione, ma solo aver ricevuto per iscritto il parere, a questo punto negativo, dei pareri dei revisori dei conti. In sostanza la Giunta vuole che rimanga agli atti che ai revisori dei conti non sta bene ciò che era stato concordato, anche con loro, la mattina del 21 aprile, cioè qualche ora prima dell’approvazione dell’ultimissima versione del Previsionale 2015 più famoso d’Italia, l’ultimo a non essere stato ancora approvato in tutto il Paese.

Ciò significa che il consiglio comunale, gioco forza, non farà in tempo ad approvare il bilancio entro il 30 aprile. Ieri è emerso, in realtà, che la questione temporale della scadenza del 30 aprile non è più un problema: un decreto del ministero dell’Interno (che però non è stato redatto ieri, come detto in aula, ma il 13 aprile per poi essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 20) ha prorogato al 31 maggio il termine entro cui i Comuni dovranno presentare le certificazioni necessarie per ottenere il contributo statale annuale. Si tratta dei famosi 70 milioni di euro che Palazzo Zanca attende come linfa vitale. La novità è che entro il 31 maggio il Comune dovrà certificare, per ottenere quei fondi, sia l’avvenuta approvazione del bilancio di previsione 2015 che quella del bilancio consuntivo 2015.

Il tempo, dunque, per “riaprire” il bilancio ed allinearlo ai risultati già noti del consuntivo, come chiesto dai revisori, adesso c’è. Il problema è un altro: il Comune ha praticamente le casse vuote. Sono attesi a breve le somme dell’addizionale Irpef e un finanziamento regionale che dovrebbero consentire di pagare gli stipendi ai comunali e provvedere ad altre spese. Ma non saranno sufficienti a coprire tutte le spese in carico al Comune da qui a fine maggio (si parla di circa 18 milioni di euro). Ecco perché rimane l’esigenza di fare prima possibile. Anche ieri in commissione è stato confermato che ci vorranno 10-15 giorni per “sistemare” il bilancio. Sono tanti. Nel frattempo a rischio ci saranno i fornitori del Comune e tutta una serie di servizi (si è fatto l’esempio della pubblica illuminazione, ma se ne potrebbero fare a decine), compresi quelli svolti dalle partecipate.

Un quadro tutto da definire, ma che a questo punto pare inevitabile. Il presidente dei revisori dei conti Dario Zaccone, infatti, ha ieri ribadito che «a queste condizioni, senza ulteriori modifiche, il nostro parere non potrà che essere negativo». Da qui la richiesta, un po’ a sorpresa, del vicesindaco Gaetano Cacciola, che ieri rappresentava l’Amministrazione (l’assessore al Bilancio Luca Eller è rientrato in città dalla Toscana nel primo pomeriggio): «Metteteci per iscritto il parere negativo e a quel punto rifaremo il bilancio, nel più breve tempo possibile». Una richiesta che pare più politica, che tecnica, in quella che è diventata anche, se non soprattutto, una guerra di nervi.

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