In diversi Paesi, come Francia, Germania e Gran Bretagna, è addirittura integrata nel servizio sanitario nazionale, mentre in Italia sono già quattro le regioni (Veneto, Lombardia, Lazio e l’apripista Toscana) dove sono presenti ambulatori pubblici in cui viene praticata anche la cosiddetta medicina non convenzionale. Eppure, l’omeopatia continua a dividere. Da una parte gli scettici, che considerano questo genere di terapie un semplice “placebo”, dall’altra, i sostenitori delle cure omeopatiche.
Oggi, alle 17.30, nel Salone delle bandiere di Palazzo Zanca sarà celebrata la Giornata mondiale dell’omeopatia, promossa annualmente dalla Liga Medicorum Homeophatica Internationalis e organizzata dall'Associazione Emc - Scuola di Alta formazione in Medicina con il patrocinio del Comune. Un incontro pensato per diradare, attraverso una corretta informazione, i dubbi rispetto a questa pratica medica e promuovere quindi la sua diffusione. L’iniziativa è stata presentata ieri al Comune nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte Gaetano Arcovito ed Egidio Galli, dell’Associazione Emc, e il sindaco Renato Accorinti: «Anche se si sta registrando una progressiva apertura, il pregiudizio nei confronti dell’omeopatia – ha spiegato il dott. Arcovito – è ancora molto diffuso. Le resistenze sono innanzitutto di tipo culturale: la visione della medicina resta prevalentemente basata sulla chimica, ma anche l’energia è fondamentale. E il rimedio omeopatico è appunto energetico. Si tratta oltretutto di pratiche che consentirebbero al servizio sanitario un notevole risparmio, perché la medicina omeopatica è soprattutto preventiva».
Tema dell’incontro di domani, cui interverranno medici omeopati e rappresentanti di associazioni cittadine, le diverse aree di applicazione dell’omeopatia, usata anche in campo veterinario e per la cura delle piante, e il suo possibile utilizzo nel trattamento dei soggetti autistici. «L’omeopatia – ha sottolineato il dott. Galli – potrebbe dare un contributo importantissimo nel campo della sanità. Dovrebbe anzi essere la prima scelta».
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