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In discussione ora
Le Donne e Cama

In discussione ora Le Donne e Cama

L’uomo che cammina sui pezzi di vetro. L’immagine di una vecchia canzone di Francesco De Gregori sembra ritagliarsi su misura sul sindaco che, giunto scalzo a Palazzo Zanca, si trova ora ad affrontare il tratto più impervio del suo percorso, tra cocci di bottiglie infrante (molte illusioni sparse sul terreno trasformatesi in delusioni) e un’immutata voglia, a suo dire, di cambiare ancora il corso degli eventi.

Quello vissuto in questi giorni più che un rim-pasto sembra essere un anti-pasto, che prelude al vero obiettivo di Accorinti e della sua vecchia-nuova giunta: la radicale riorganizzazione dell’apparato dirigenziale e della macchina amministrativa.

Non è un caso che, tra le reazioni politiche registratesi ieri, quelle arrivate da esponenti e movimenti rimasti fedeli ad Accorinti sono accomunate dalla stessa analisi e dalla medesima richiesta: la responsabilità degli errori commessi in questi mesi non può essere addossata solo all’ormai ex vicesindaco o agli assessori costretti, più o meno spontaneamente, a gettare la spugna, ma ricade anche sulle spalle di alcuni dirigenti e, in particolare, delle due figure chiave della burocrazia comunale, il “generale” (direttore-segretario) Antonio Le Donne e il ragioniere, anch’egli “generale”, Antonino Cama. E se questa è l’analisi sia dei movimenti Cambiamo Messina dal basso e Indietrononsitorna sia della consigliera comunale Lucy Fenech, le varie “anime accorintiane” si trovano concordi nel chiedere lo spacchettamento del doppio incarico affidato a Le Donne: resti segretario ma lasci il ruolo di direttore generale. Una richiesta che non può non mettere in conto altre conseguenze, visto che ad ogni azione corrisponde una reazione, e dunque la possibilità concreta che sia proprio Le Donne a dire addio a Palazzo Zanca.

Ecco perché in questo momento Accorinti è come l’uomo che cammina sui pezzi di vetro. Qualunque sia la strada da intraprendere, le scelte non saranno né facili né indolori. Il ridimensionamento (resta ancora difficile da comprendere il come e il perché Signorino abbia accettato questo evidente “demansionamento”, pur se fatto nell’ottica dello “spirito di servizio” propugnato da Accorinti e dalla sua squadra) dell’ex vicesindaco e la messa in discussione del “supermanager” non sono soltanto ipotesi ma fatti, e ora anche atti, incontrovertibili. E danno compiutamente l’idea di come Accorinti abbia scelto, o sia stato costretto a farlo, di andare oltre, se non proprio di “sconfessare”, tutto quello che è stato fatto finora. È ovvio che il sindaco non lo ammetterà mai, perché sarebbe come sconfessare l’Accorinti che ha governato finora la città. Non è un caso, però, che il “cambio di passo”, della cui necessità il primo cittadino si è detto assolutamente d’accordo, riguardi principalmente l’intera organizzazione economico-finanziaria dell’Ente, a partire dagli Uffici della Regioneria generale. E non è neppure casuale la scelta di ricorrere agli aiuti “esterni”, le giubbe rosse arrivate in soccorso dalle Marche o dalla Toscana, i “tecnici” chiamati come “badanti” ma che ora assumono anche dirette responsabilità politico-amministrative, come nel caso del nuovo assessore al Bilancio Eller Vainicher.

Sono significative, in tal senso, le dichiarazioni di Lucy Fenech e della consigliera circoscrizionale Raffaella Lombardo: «Giunta 2.0 è l’espressione che lo stesso sindaco ha usato per definire l’inizio di una nuova fase di questa esperienza amministrativa. 2.0 è un’espressione che nasce ed è legata al mondo del web ma che viene sempre più utilizzata per indicare in generale una seconda fase di sviluppo. La rivoluzione del web a 2.0 è quella che ha portato l’utente a diventare maggiormente protagonista. Ci piacerebbe che la fase Accorinti 2.0 avesse proprio queste caratteristiche: mettere cioè sempre di più al centro i cittadini, l’accesso alle informazioni, il rispetto dei loro diritti e la promozione della loro partecipazione. Abbiamo di certo apprezzato e condiviso la presa di coscienza da parte del sindaco e della giunta degli errori fatti fin adesso in questa esperienza amministrativa e il desiderio di dare un colpo d’ala perché questa esperienza, che ancora oggi riteniamo sia una grandissima opportunità per Messina, voli più in alto. Ci sembra importante in questo momento rinnovare la nostra disponibilità per sostenere questo colpo d’ala. Siamo convinte che ci sono delle azioni da attuare e per le quali non si può più rimandare o accettare giustificazioni. Azioni che già da molto tempo abbiamo chiesto e troppo spesso sollecitato. Ci riferiamo ad un necessario cambio di passo della macchina amministrativa. Crediamo che renderla efficiente debba rimanere tra le più grandi sfide che l’amministrazione ha il dovere di portare avanti e per questo chiediamo che venga avviata un’immediata riflessione che non può escludere la nomina di un nuovo direttore generale. La responsabilità dell’efficientamento della macchina ha bisogno di tante e tali energie che non può essere mantenuta da chi riveste anche il delicatissimo ruolo di segretario generale. Solo un immediato cambio di marcia nella gestione della macchina amministrativa potrà sostenere quel colpo d’ala che la Giunta 2.0 si è impegnata a fare e potrà porre le basi durature di una città normale, dove il cittadino e i suoi diritti siano davvero sovrani. Solo così potremmo avere una Messina 2.0».

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