L'inchiesta della procura, denominata Gettonopoli, l'inverno scorso ha provocato un vero e proprio terremoto a Palazzo Zanca. Sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti erano finite le presenze dei consiglieri durante le sedute delle commissioni consiliari. Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo e l'aggiunto Vincenzo Barbaro inizialmente iscrissero sul registro degli indagati ben 22 consiglieri comunali. Poi per Carlo Cantali, Rita La Paglia, Donatella Sindoni e Giuseppe Trischitta la Procura non avanzò la richiesta di rinvio a giudizio che venne invece formalizzata per 19 persone.
All'emissione dei provvedimenti i magistrati giunsero dopo mesi di indagini da parte della Digos effettuata anche con l'ausilio di telecamere nascoste ed intercettazioni telefoniche ed ambientali. In particolare proprio le telecamere installate a Palazzo Zanca consentirono alla Polizia di documentare i comportamenti di alcuni consiglieri che avevano l'abitudine di firmare il registro delle presenze e di allontanarsi pochi minuti dopo l'avvio dei lavori delle commissioni. Bastavano però quei pochi minuti per consentire loro d'intascare i gettoni di presenza e non sono stati pochi i consiglieri che hanno raggiunto il tetto massimo consentito dal regolamento. Fra gli indagati anche 12 consiglieri comunali ai quali è stato prescritto l'obbligo di firma prima e dopo i lavori di commissione e cioè Carlo Abbate, Piero Adamo, Pio Amadeo, Angelo Burrascano, Giovanna Crifò, Nicola Crisafi, Nicola Cucinotta, Carmela e Paolo David, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Santi Zuccarello.