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Il cammino
della dignità

Il cammino della dignità

“È avvenuto, quindi può accadere di nuovo”: il difficile cammino della dignità”. Dalle lapidarie e austere parole di Primo Levi ha preso le mosse l’incontro che ieri mattina si è tenuto al Palacultura, all’interno del ciclo dei seminari proposti dall’offerta formativa del liceo Felice Bisazza. Un appuntamento che ha visto protagonisti importanti relatori e giovani studenti argomentare e confrontarsi su uno dei temi più alti e al tempo stesso astratti della storia del pensiero moderno: la dignità. Ad accogliere il numeroso pubblico, la dirigente scolastica del liceo Bisazza, Anna Maria Gammeri, docente tenace e particolarmente sensibile all’idea di una completa formazione culturale e civile dei propri studenti. Entusiasmo e partecipazione anche da parte delle istituzioni: a portare i saluti del prefetto Stefano Trotta, infatti, la dottoressa Maria Adele Maio, mentre da parte di mons. Antonino Raspanti, Amministratore Apostolico, un caloroso augurio agli studenti. La dignità, un concetto “politico”, giuridico, ma soprattutto etico: una condizione intimamente inerente alla persona che ha diritto al rispetto, qualunque siano il suo status. «Il pensiero di Kant, che ci ricorda l’importanza di considerare l’uomo il fine ultimo e non il mezzo, sembra oggi oscurato dalle logiche del mercato globale, dai fanatismi religiosi e dal terrorismo, logiche che quotidianamente feriscono la dignità personale e collettiva degli uomini», ha sottolineato Lino Morgante, direttore editoriale della Gazzetta del Sud e moderatore dell’incontro. Le riflessioni kantiane sono ritornate anche nell’intervento del professor Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte Costituzionale, che ha analizzato la delicata questione dei trattamenti carcerari e, più in generale, la tutela dei diritti civili che appartengono a diversi ambiti della vita sociale quali il lavoro, la salute, l’istruzione, sintetizzando la dignità come «il punto archimedico dell’intero sistema di convivenza civile». Ancora più a ritroso nel tempo, invece, l’analisi del prof. Girolamo Cotroneo, docente emerito di Filosofia, che, partendo dal celebre “De hominis dignitade” di Pico della Mirandola, ha ripercorso la nascita del pensiero moderno e degli ideali di uguaglianza e libertà fino all’avvento dei totalitarismi del XX secolo. Tanti gli spunti forniti dal dibattito anche intorno alla bioetica, con un particolare riguardo alla delicata questione inerente al fine vita. Al centro dell’intero dibattito l’intervento del professor Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, già ministro della Giustizia, nonché autore del libro “Elogio della dignità”, il quale ha posto l’attenzione sull’importanza storica della memoria di un popolo: «Primo Levi diceva che chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo. All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, Auschwitz e i suoi macabri cumuli di morte rappresentarono la tragedia e il cimitero dei valori dell’Europa. Oggi c’è il rischio che il cimitero degli ideali di libertà, uguaglianza e dignità diventi il Mediterraneo».

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