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Comune senza bilancio,
il prefetto scrive a Roma

Comune senza bilancio, il prefetto scrive a Roma

La festa del papà. San Giuseppe. O se si preferisce, l’ultimo sabato prima dell’arrivo della primavera. Queste sono le uniche certezze sul 19 marzo, la data indicata dal segretario generale Le Donne e, conseguentemente, dalla Giunta come giorno “X” per il bilancio di previsione 2015. Per il resto, si continua a percorrere una strada avvolta nella nebbia dei dubbi e delle perplessità. Quelle, su tutti, dei revisori dei conti, che di fatto dalla nota-cronoprogramma scritta da Le Donne e dall’atto esitato martedì sera dalla giunta Accorinti vengo additati come i “cattivi” della situazione, che stanno bloccando nelle sabbie mobili il bilancio.

Sono proprio queste le due linee di pensiero che si scontrano in questi giorni a Palazzo Zanca. Da una parte, appunto, i revisori, che con estrema attenzione stanno vagliando riga per riga, numero per numero, gli atti del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, propedeutici al completamento del bilancio. Un riaccertamento che è stato riveduto e corretto almeno quattro volte, nel corso della continua interlocuzione e delle relative osservazioni dei revisori stessi. Tanti sono stati gli intoppi, da quando l’11 febbraio scorso la Giunta ha chiesto ai revisori il parere sul riaccertamento, che il presidente Dario Zaccone ha deciso di rassegnare le dimissioni, mai ritirate ma solo “congelate” per un mese e mezzo, ossia il preavviso obbligatorio stabilito per legge.

Dall’altra l’Amministrazione, che tramite Le Donne ha lanciato un messaggio chiaro su quale idea si siano fatti in Giunta: i revisori stanno eccedendo in “puntigliosità”. Del resto, scrive il segretario generale, il riaccertamento straordinario «non deve essere inquadrato come atto unico e definitivo mirante alla perfezione assoluta con finalità taumaturgiche e palingenetiche». Insomma, non sarà il riaccertamento a fare miracoli o a rivoluzionare tutto. Serve quel parere, è il succo, e serve in fretta. Perché tardare ancora col bilancio, ammette Le Donne, comporta il mancato versamento del contributo statale annuale «e ciò causerà il blocco di tutte le attività comunali».

Il punto è che la data del 19 marzo certamente non sarà quella del parere dei revisori. Né sul bilancio, che ad oggi appare utopistico, né, con ogni probabilità, sul riaccertamento. Cosa accadrà? La Giunta si è autoconvocata per sabato mattina. Farà una forzatura e approverà il bilancio così com’è, senza attendere i revisori? O tergiverserà, “accontentandosi” per il momento del semplice deposito del bilancio stesso – che è pronto da giorni – in segreteria generale.

C’è un’altra data che “balla”: il 20 marzo. Data venuta fuori dal confronto di qualche giorno fa tra il prefetto Stefano Trotta ed il presidente dei revisori Zaccone, e indicata come limite ultimo oltre cui sarebbe “consigliato” non andare. Due giorni fa, questa è la novità, il prefetto stesso ha preso carta e penna ed ha scritto, facendo il punto e richiamando anche la recente nota dei consiglieri Lo Presti e Sturniolo sui “pasticci” economico-finanziari, al ministero dell’Interno (già messo in “allarme” dal Pd e, si dice, pronto a inviare degli ispettori) e alla Regione. Che un commissario ad acta lo aveva già inviato, ma del quale si sono perse le tracce.

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