La nota di risposta del direttore generale dell'azienda Papardo, Michele Vullo, alla Regione e per conoscenza al Prefetto, alla Corte dei Conti e alla procura della Repubblica è molto dura. La mancata approvazione dell'atto aziendale e della dotazione organica impedisce qualsivoglia iniziativa volta allo sviluppo sanitario ed economico dell'azienda. Una brutta sorpresa per il manager venerdì scorso quando l'assessorato regionale alla salute gli ha comunicato la mancata approvazione del nuovo atto aziendale fin quando non saranno definiti tutti i passaggi per l'accorpamento del Piemonte all'IRCCS. Insomma le idee devono essere chiare per tutti, e questo può essere concepibile, soltanto che il manager, che già da un anno deve fare i conti con unificazioni di unità operative, come previsto dal decreto Balduzzi, e spostamenti di personale in vista dell'accorpamento, ha difficoltà a pianificare e programmare le attività dell'azienda Papardo, compresi i concorsi. “Un danno economico per l'azienda che peggiora di anno in anno - precisa Vullo - anche perchè mantenere una struttura come il Piemonte, in atto collassata e in fase di stallo, determina uno spreco notevolissimo di risorse”. Una sorta di falla per tenere a galla una barca che sta cambiando capitano, insomma. “Il fatturato del Piemonte si è ridotto di quasi due milioni in un anno” evidenzia il direttore generale. “Sono diminuiti di più di mille in un anno gli accessi al pronto soccorso passando dai 2650 del gennaio 2015 ai 1447 al gennaio di quest'anno”. Tutto questo, sospetta il manager, non può non avere conseguenze negative per l'amministrazione del Papardo chiamata, dalla legge di stabilità, a dare risposte economiche, pena la sua decadenza. Una strategia “dell'anatra azzoppata” la definisce che finirà per far cadere su di lui le rigorose prescrizioni nazionali. Un ulteriore colpo per la sanità messinese.
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