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Messina senza bilancio:
ultimo Comune italiano

Messina senza bilancio: ultimo Comune italiano

L’amministrazione Accorinti ha “conquistato” un record tutt’altro che invidiabile: tra i comuni italiani (quelli capoluogo) è l’unico a non avere il bilancio di previsione 2015. L’unico tra ben 117. Fino alle 19.35 del 20 gennaio scorso Messina aveva la magra consolazione di essere in compagnia di un altro comune siciliano, Siracusa. Il cui consiglio comunale, però, quel giorno ha tappato la falla. A Palazzo Zanca, invece, il bilancio di previsione ha già subito alcune modifiche ma la sua ultima stesura, di fatto, non è nemmeno stata varata dalla Giunta. Serve, infatti, l’ok dei revisori dei conti al riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, documento anche questo che è stato modificato ben quattro volte, tanto da portare il presidente dei revisori Dario Zaccone a rassegnare le proprie dimissioni (“congelate” per 45 giorni). I revisori necessitano di altri 4-5 giorni per redigere il parere, poi la Giunta dovrà rivedere nuovamente il bilancio, dopodiché lo potrà trasmettere al consiglio comunale. A conti fatti se ne parlerà per metà marzo. Un ritardo inverosimile né giustificabile, perché qualsiasi motivazione non regge di fronte al dato che tutti gli altri 116 comuni capoluogo d’Italia sono riusciti ad approvarlo il bilancio. Non solo. Ben venti comuni hanno già il bilancio di previsione 2016: ad esempio Bologna, Venezia e Rimini, i cui consigli comunali lo hanno approvato il 23 dicembre, anche se la palma di comune più virtuoso spetta a Brescia, che lo ha approvato il 15 dicembre. La grande maggioranza degli altri enti, in ogni caso, il previsionale 2015 lo ha approvato ampiamente entro i termini, molti prima dell’estate scorsa. Fermandoci ai comuni più grandi, i più ritardatari sono i siciliani: Palermo il 5 dicembre, Catania il 31. La dirimpettaia Reggio Calabria ha provveduto il 3 settembre, in Sicilia ha tagliato il traguardo prima degli altri Caltanissetta, il 30 ottobre.

Date e dati che dimostrano come Messina non abbia più scuse e, se possibile, è ancor più inaccettabile la sottovalutazione del problema che sembra, invece, prevalere a Palazzo Zanca. L’assessore al Bilancio Guido Signorino, pur assumendosi la responsabilità del ritardo, non pare dargli particolare peso e con ottimismo sostiene che si stia già lavorando al previsionale 2016 (in tutto ciò ci sarebbe anche il Consuntivo a cui badare). Il ragioniere generale Antonino Cama, messo sotto accusa dai fatti ma anche da Zaccone, non si scompone più di tanto. Né alcun mea culpa è giunto dal segretario generale Antonio Le Donne, chiamato per revisionare una macchina comunale che invece pare anche più ingolfata di prima. Rimane la curiosità di capire se, una volta chiusa la partita del bilancio che avrebbe dovuto “prevedere” entrate e uscite di un anno finito più di due mesi fa, qualcuno pagherà. O se passerà il messaggio che in fondo è tutto normale.

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