Un'evidente sproporzione tra il volume d'affari e i soldi investiti. Ma soprattutto le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. L'ultimo, in ordine di tempo, Nunziato Siracusa, esponente dei barcellonesi, venuto a conoscenza di alcune dinamiche della malavita messinese in carcere.
Le sue parole, aggiunte a quelle di altri pentiti e alle indagini della squadra mobile, hanno portato stamattina al sequestro preventivo della società "Pianeta Mare di Bonaffini Carmelo e C." I poliziotti, coordinati dai sostituti della Dda Cavallo e Di Giorgio, hanno apposto i sigilli alla società ittica, nata nel 2013, appena due anni dopo il sequestro e la successiva confisca della società Pescazzurra srl, che aveva, di fatto, gli stessi proprietari.
La nuova ditta aveva iniziato a lavorare con una piccola bottega con deposito a Contesse nel mese di marzo. Poco dopo la squadra mobile ha scoperto che aveva acquistato quattro furgoni del valore di quasi 80mila euro. A giugno dello stesso anno l'apertura dei locali di contrada Roccamotore, una struttura di 472 metriquadri affittata a 2.500 euro al mese. Nel 2014 la ripresa del commercio all'ingrosso del pesce, l'acquisto di ulteriori macchinari e mezzi, l'apertura di uno stabilimento per la preparazione e la vendita di prodotti ittici lavorati.
Attività non certo giustificabili con i redditi prodotti. Da qui sono partiti gli accertamenti, che hanno spinto a ipotizzare la provenienza illecita del denaro. Il complesso patrimoniale, per la polizia, è riconducibile a Sarino Bonaffini, pregiudicato, considerato vicino al clan di Mangialupi. Le parole dei collaboratori di giustizia lo hanno di fatto confermato e hanno portato al sequestro di stamattina. Il valore stimato dei beni è di circa 450mila euro. Per gli inquirenti, la società sequestrata serviva per finanziare la criminalità organizzata o riciclare denaro accumulato illegalmente.