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Variante di salvaguardia, in gioco anche i destini del territorio

Prg, con la Variante di salvaguardia, in gioco anche i destini del territorio

Inserimento di fasce di rispetto e di inedificabilità in corrispondenza di tutti i corsi d’acqua appartenenti al demanio fluviale. Ampliamento delle zone a rischio previste dal “Pai”. Inedificabilità assoluta nelle aree a particolare rischio sismico. Sono le tre principali prescrizioni imposte dal Genio civile che il 16 dicembre 2015 ha fornito il suo diniego al nulla osta (obbligatorio) sulla Variante di salvaguardia ambientale proposta dall’amministrazione comunale. E oggi è il giorno cruciale per l’iter legato al Piano regolatore generale, visto che è stata convocata la Conferenza dei servizi durante la quale gli enti e le istituzioni competenti sul territorio (compreso lo stesso Genio civile) dovranno comunicare il loro parere, dopo le modificha apportate dalla giunta e dagli uffici comunali a seguito dei rilievi critici mossi dall’ingegnere capo Leonardo Santoro. Ad anticipare il proprio “sì” alla Variante finora è stato solo il consiglio della IV Circoscrizione, pronunciatosi favorevolmente nei giorni scorsi, pur se indicando una serie di criticità presenti nel territorio di competenza (da Fondo Stereo a Punta Arena, dalla contrada Scoppo a via delle Mura e via Peschiera, dal torrente Trapani alla zona di Gravitelli-Castellaccio).

Alcune delle linee indicate dal Quartiere valgono per l’intera città, a partire dalla considerazione che «l’attuale Prg prevede un eccessivo dimensionamento urbanistico ed edilizio se raffrontato con le effettive necessità quantitative della popolazione residente». È questo il punto nodale: non si giustificano più progetti di espansione edilizia in una città che ha perso nell’arco di pochi anni migliaia di residenti e che sembra essere scesa a uno dei suoi minimi storici (238 mila abitanti). Se si vuole rilanciare il comparto edile, l’unica strada possibile è quella della demolizione-ricostruzione, della “rigenerazione urbana” di tanti pezzi di città dominati dall’estetica del “brutto”, lasciati da decenni in uno stato pietoso di degrado e abbandono. Il Quartiere lo ha scritto: «Per alimentare in forma credibile un nuovo progetto per Messina, è necessario orientare la crescita al rafforzamento del profilo ambientale e sociale, ricalibrando selettivamente la quota assegnata allo sviluppo immobiliare».

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