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Messina e Gioia
guardano al futuro

Messina e Gioia guardano al futuro

Uno Stretto che unisce e non divide, un “territorio” forte di una popolazione di un milione e 200mila abitanti che può diventare attrattivo come pochi altri. Un comprensorio unico che ha proprio nel porto di Gioia Tauro, specie adesso con il varo della nuova Autorità portuale del Tirreno meridionale, una delle leve più poderose da azionare sia sui mercati internazionali che sullo scacchiere dove si gioca la sempre assai complessa partita delle risorse comunitarie.

La programmata (da tempo) visita a Reggio Calabria del presidente dell’Assemblea regionale Siciliana Giovanni Ardizzone, alla luce delle più recenti esternazioni del presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta sui “rischi” - in chiave siciliana - derivanti dal “matrimonio” tra il sistema portuale dell’intera Calabria con gli scali di Messina (soprattutto) e Milazzo si è trasformata di qualcosa di diverso.

Il numero uno del Parlamento isolano ha subito voluto ribadire le scuse - che aveva formulato già nei giorni scorsi - alla Calabria ed ai calabresi. «Così come non ci sto a sentir passare i siciliani per mafiosi, allo stesso modo è intollerabile che passi l’equazione Calabria uguale ’ndrangheta. Siamo - ha detto Ardizzone - due comunità operose, due regioni generose impegnate a spezzare ogni legame con ogni forma di criminalità». E a conferma del fatto che non ci sia spazio per ripensamenti o per tornare indietro, è giunto ieri l’annuncio che il 29 febbraio prossimo, a Reggio, si svolgerà la prima riunione della Conferenza interregionale di coordinamento per le politiche dell’Area dello Stretto, organismo che ha ricevuto il via libera sia a Sala d’Ercole che a Palazzo Campanella.

Ma, ovviamente, nella giornata di Ardizzone a Reggio non c’è stato soltanto spazio per le scuse («che vogliono anche avere il significato di un invito ad andare avanti senza tentennamenti», ha aggiunto) e per la decisa presa di distanza dal Crocetta-pensiero. Il presidente dell’Ars ha incontrato sia il suo omologo, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, che il consigliere regionale delegato alla Conferenza Domenico Battaglia, che il presidente della Provincia Giuseppe Raffa chiudendo quindi con il sindaco Giuseppe Falcomatà al quale ha riconosciuto espressamente l’importante ruolo avuto nella gestione dell’intera vicenda.

«L'autorità portuale di Gioia Tauro, Messina, Reggio e gli altri scali calabresi è la più grande d’Italia e rappresenta il porto sud d’Europa - ha aggiunto -. Nessuno nasconde i tanti problemi che dovranno essere affrontati di fronte ai quali lo Stato reagisce, non arretra». Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana ha anche indicato le priorità lungo le quali muoversi. «Iniziamo a lavorare per sciogliere i nodi, a cominciare da quello del retroporto - ha proseguito -. Agiamo, lavoriamo tutti assieme, non restiamo ostaggio di improponibili logiche di campanile. La forza di Messina sta anche nel porto core di Gioia Tauro che, non dimentichiamolo, se non ci fosse stato avrebbe alzato la frontiera del Sud Europa a Genova...».

Da parte sua il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà dopo aver liquidato la dichiarazione del Governatore isolano con una battuta («Basta, mettiamoci una Crocetta sopra...») ha parlato di «passaggio storico, epocale. Oggi celebriamo il superamento di logori campanilismi. I nostri competitor non li abbiamo in casa ma sono Genova e Trieste, i grandi porti del nord Europa, e dobbiamo essere capaci, da qui, di guardare con un’attenzione particolare al Sud del mondo».

Il consigliere regionale delegato alla Conferenza Domenico Battaglia ha infine sottolineato come finalmente, in materia di Area dello Stretto, «si sia passati dalle enunciazioni, dalle parole ai fatti. L’idea del Governo di mantenere integra l'area dello Stretto servirà anche per un riposizionamento, strategico per l’intero comprensorio, anche dell’aeroporto “Tito Minniti”».

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