Due vite spezzate in un attimo. Un botto tremendo e due corpi catapultati a decine di metri di distanza a dimostrazione della violenza inaudita dell'impatto fra la motocicletta sulla quale viaggiavano e l'auto che si sono trovati davanti in via Pietro Castelli. Qualcosa è successo sabato sera in quella striscia d'asfalto a pochi metri dall'incrocio con la circonvallazione. La velocità alla quale procedeva la Kawasaky Ninja condotta dal 40enne Alessandro Ferrara o un tentativo di sorpasso o forse d'inversione di marcia della Golf alla cui guida si trovava un giovane rimasto illeso. Un elemento che ha provocato l'incidente nel quale ha perso la vita anche un 22enne Nino Centorrino, padre di una bambina di 10 mesi. Sulla dinamica sono in corso indagini da parte degli uomini della sezione Infortunistica della polizia Municipale che stanno cercando di ricostruire i fatti e stabilire le responsabilità. Il sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, che ha aperto un'inchiesta, ha iscritto nel registro degli indagati il conducente della Golf con l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Un atto dovuto in casi del genere, ed ha disposto il sequestro dei quattro mezzi coinvolti nell'incidente: la motocicletta, la Golf e due auto parcheggiate, una Panda ed una Classe A contro le quali si è schiantata la Kawasaky dopo l'impatto fatale. Purtroppo non ci sono testimoni oculari dell'incidente e nessun aiuto potrà arrivare dalle telecamere di videosorveglianza. Quelle installate nella zona, infatti, non hanno infatti ripreso la scena dell'incidente. Il magistrato ha anche disposto l'autopsia sui corpi dei due giovani soprattutto per accertare le condizioni psicofisiche di Ferrara, l'uomo che si trovava alla guida della moto. L'esame sarà eseguito all'obitorio del Papardo.
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