Un cartello affisso sul portone d'ingresso chiuso informa che la casa di accoglienza è momentaneamente trasferita nei locali della scuola Dina e Clarenza, nei pressi del Collereale, dove sono state adibite 7 aule. Quello che non c'è scritto, ovviamente, è che nella casa che il sindaco Accorinti ha fortemente voluto, e intitolata ad uno dei clochard storici di Messina, è inagibile da quando all'interno si trovavano topi, blatte e pulci. Senza un'opportuna disinfestazione, quindi, non è stato più possibile esercitare da parte della Caritas l'attività di accoglienza di quelle persone che l'avevano come punto di riferimento. Un grande lavoro dei volontari che all'epoca si tassarono e portarono da casa proprio tutto ciò che occorreva per rendere accogliente questi luoghi ricavati all'interno degli ex magazzini generali. Da circa 10 giorni la Casa di Vincenzo è chiusa, la realtà è questa. Un fatto quantomeno curioso, visto con quale impegno il primo cittadino l'ha fortemente voluta. E soprattutto per il rispetto che dimostra di avere per il povero Vincenzo la cui foto, Accorinti, nel suo ufficio di Palazzo Zanca l'ha collocata al fianco di quella del presidente della Repubblica e sotto il Crocefisso. Niente male, ci mancherebbe. Ma ciò stride con la casa di accoglienza chiusa perché invasa da ospiti indesiderati. E una storia di degrado sociale, si registra a pochi metri dalla casa di Vincenzo, agli ex granati. Proprio nell'ala che confina con il multipiano Cavallotti, segando le sbarre, si sono introdotti al primo piano delle persone. Una quindicina di giorni addietro l'intervento della sezione decoro della polizia municipale che ha segnalato agli organi preposti una situazione molto critica. Pare che all'interno si trovi anche un cittadino di origini romene da poco dimesso da un nosocomio cittadino per una presunta grave malattia infettiva
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