Come in un certo senso preannunciato dagli inquirenti, la Digos è tornata ad accendere i riflettori sul nodo oneri riflessi. Poche righe su questo aspetto si leggono già nell’ordinanza del gip Maria Militello: il consigliere che non partecipa alla seduta non solo «ha l’esclusivo scopo di percepire l’indennità», ma «qualora sia anche lavoratore dipendente, è esonerato per quel giorno dal recarsi sul posto di lavoro, facendo percepire, peraltro, l’indennità al datore di lavoro, con un ulteriore aggravio per l’ente locale». Fino a settembre, infatti, chi partecipava anche per un solo minuto alle commissioni o al Consiglio, era esonerato dall’andare a lavoro ma la sua giornata veniva comunque pagata. Adesso viene riconosciuto, per le commissioni, solo il tempo effettivamente impiegato in commissione, con margini di un’ora prima e dopo le sedute per gli spostamenti da e per il posto di lavoro. Chi paga? Il Comune, ovviamente, che rimborsa i datori di lavoro. Così capita che ci siano ditte che, di fatto, pagano quasi per intero lo stipendio al loro dipendente-consigliere comunale coi soldi del Comune. E capita anche che aziende procedano alle assunzioni, con laute buste paga, dopo l’elezione al consiglio comunale. Facendo sorgere il dubbio se avessero fatto lo stesso, senza la certezza che a pagare quegli stipendi ci avrebbe pensato il Comune.
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