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Elargiti gettoni non dovuti
per 35 mila €

Palazzo Zanca

I numeri di Gettonopoli sono quelli che più fanno clamore. Il procuratore aggiunto Vincenzo Barbaro ed il sostituto Diego Capece Minutolo hanno lavorato a lungo insieme con gli uomini della Digos per mettere insieme il complicato puzzle che haportato ad iscrivere 29 consiglieri nel registro degli indagati. Sono numeri che la dicono lunga quanto meno sulla confusione che regnava nell'aula del consiglio comunale e nelle salette delle commissioni. Così poteva capitare che alcuni consiglieri prendevano parte alle sedute pur senza essere in possesso di deleghe o autorizzazioni. Recordman di questa speciale classifica Daniele Zuccarello con 37 partecipazioni, seguito da Carlo Cantali con 27 e Giovanna Crifò con 25. Ma in totale sono state 238 le partecipazioni alle sedute di consiglieri che non avevano delega ed hanno potuto riscuotere il gettone. La Procura ha spulciato verbali e registri di centinaia di consigli comunali e commissioni, monitorati anche dalle telecamere nascoste e dalle cimici della Digos. Per ogni consigliere hanno poi calcolato il numero di gettoni illecitamente conseguito. E qui si scopre che al primo posto si trova Benedetto Vaccarino con 29 presenze sospette, seguito da Zuccarello e Crisafi con 21 e da Abate e Sottile con 20. Il danno per le casse del Comune, secondo le indagini della Procura, non è da poco. Se si sommano le presenze lampo o quelle di consiglieri che non avevano ottenuto delega o autorizzazioni si arriva alla bella cifra di 35.000 euro per 620 gettoni di presenza non dovuti. Ma c'è un altro aspetto su cui la Digos ha acceso i riflettori e sarebbero gli oneri riflessi cioè le cifre che Palazzo Zanca deve corrispondere ai datori di lavoro dei consiglieri comunali che partecipano alle sedute anziche recarsi al lavoro. Una sorta di rimborso che anche negli anni scorsi anni aveva costretto la Procura ad indagare scovando comportamenti illeciti. Adesso per sei consiglieri indagati nell'inchiesta gettonopoli si scopre dall'ordinanza del gip che il Comune ha pagato quasi 72.000 euro ai datori di lavoro. Soldi sborsati magari per consentire ad un consigliere di restare in aula 30 secondi e poi fuggire via dopo aver rigorosamente e senza indugi firmato il registro delle presenze.

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