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Finita l’odissea
del treno Unitalsi

 Tensione, disagio, stanchezza, ma anche sollievo, condivisione e una immensa, rafforzata devozione verso quella mano amorosa che dall’alto ha evitato il peggio. Si è finalmente concluso l’avventuroso viaggio di ritorno dei treni bianchi Unitalsi rimasti fermi per 24 ore in Francia, a causa dell’interruzione della linea ferroviaria per l’alluvione che ha travolto la Costa Azzurra. Solo qualche chilometro in più, e anche quei convogli, carichi di volontari pellegrini e disabili, sarebbero stati colpiti in pieno dalla tempesta che ha portato morte e distruzione. Tra essi, i 557 passeggeri del treno proveniente dalla Basilicata e dalla Sicilia Orientale, con i 117 delle Sottosezioni di Messina e di Patti. «Da 48 anni appartengo all’Unitalsi, e abbiamo avuto tante emergenze – racconta la presidente della sezione Sicilia Orientale, la messinese Marisa Faranda – ma mai come questa. E comunque siamo stati sempre all’altezza della situazione per prontezza e organizzazione. Per fortuna non abbiamo patito grandi disagi, ma il pericolo scampato è stato gravissimo: la Madonnina di Lourdes ci ha protetto. Tutte le componenti hanno svolto al meglio il proprio compito e ringrazio davvero tutto il personale per l’opera prestata, dando a tutti serenità. I volontari che si sono prodigati, i medici che hanno garantito assistenza, lo staff di cucina che ha provveduto al cibo, i sacerdoti che hanno colto l’occasione per proseguire con i temi del pellegrinaggio. È stato uno speciale momento di preghiera: un’esperienza che è stato possibile tradurre in positivo, grazie ad un’organizzazione rivelatasi perfetta». Il convoglio, uno di quelli che Trenitalia mette a disposizione di Unitalsi per i pellegrinaggi, allestito per le specifiche esigenze con cucina e vagoni per i passeggeri in carrozzina, era partito sabato scorso alle 9,54 dalla stazione di Lourdes, come ricostruisce il direttore del treno Nunzio Faranda, vicepresidente della Sezione Sicilia Orientale, al termine del viaggio iniziato sabato 26 settembre. Quindi, dopo una prima sosta a Marsiglia, il definitivo arresto a Tolone intorno alle 19,30, dove poi è stato ufficialmente comunicato che non sarebbe stato possibile ripartire fino a quando non fosse stata ripristinata la sicurezza della linea ferrata, interrotta a Nizza e Cannes. Solo nella giornata di domenica, alle 16,40, il treno è ripartito verso l’Italia: ieri in nottata l’arrivo in Sicilia. «La notte in stazione è trascorsa non senza difficoltà –ricorda il direttore del treno – soprattutto per la mancanza di acqua e per la disponibilità ridotta dei servizi igienici. Ma da subito è scattato il piano di emergenza da parte delle ferrovie francesi di concerto con la protezione civile: sul posto si sono recati il prefetto e il sindaco di Tolone e il console italiano, in continuo contatto con il presidente nazionale Unitalsi. Faccio pellegrinaggi a Lourdes da 40 anni ed è stata una delle difficoltà più grosse, superata alla grande. Anche questo è stato un momento di fratellanza: durante la lunga permanenza abbiamo dato conforto, organizzato momenti di animazione, con canti e preghiere, nel clima tipico di carità e amore unitalsiano». In dettaglio, come ricostruisce Nadia Bonanno segretaria della Sicilia Orientale, sul convoglio si trovavano 557 persone, provenienti dalla sezioni Lucania e Sicilia Orientale. Di questi ultimi (in tutto 378) 84 erano gli ammalati (34 non deambulanti) e poi 136 sorelle di carità, 80 barellieri, 11 medici, 4 cappellani e 63 pellegrini, provenienti dalle sottosezioni di Messina, Patti, Acireale, Bronte, Caltagirone, Nicolosi, Catania, Mascalucia, Misterbianco, Paternò, Trecastagni, Lentini, Siracusa, Gela e Noto. Il gruppo della Sicilia occidentale invece era ripartito il giorno precedente, sfuggendo quindi all’ondata di maltempo. «Una volta chiaro che avremmo dovuto attendere – aggiunge Bonanno – era stata ventilata anche l’evacuazione del treno per condurre gli ammalati in ospedale. Ma i medici presenti e i nove infermieri, con grande senso del dovere si sono assunti la responsabilità di prestare assistenza a tutti, con particolare attenzione ad una paziente in ossigenoterapia, mentre i presidi medici e le medicine ci sono stati forniti dalla protezione civile e dalla croce rossa francese. Anche i negozianti presenti in stazione hanno messo a disposizione gratuitamente i loro servizi. Una gara di solidarietà che non dimenticheremo».

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