Quelle due bambine che nel 2010 andavano all’asilo e in prima elementare iniziarono molto presto ad avere comportamenti strani, nel loro primo contatto con le istituzioni scolastiche. L’innocenza purtroppo perduta la manifestarono ai compagnetti e alle maestre, i tristemente noti comportamenti sessualizzanti che il più delle volte sono la spia di abusi e soprusi sessuali subiti. Le due piccoline, per esempio, ed è agghiacciante il solo pensarlo, divaricavano le gambe delle loro bamboline mentre giocavano, cercavano insistentemente il contato fisico con i maschietti, oppure mimavano i “baci dei grandi”. E quando quella fatidica mattina manifestarono autentica paura nel rimanere in una grande stanza in penombra, esplose tutto con il fragore di un inferno vissuto in silenzio. “Perché hai paura?” fu la prima rituale domanda di una educatrice preoccupata dell’ennesimo atteggiamento poco collegabile con la spensieratezza dell’infanzia. E lì emerse tutto. Una di loro rispose chiaramente e inequivocabilmente facendo riferimento a un parente molto stretto: il nonno paterno settantenne. Era lui l’uomo che si agitava in quel buio che le piccole non volevano più attraversare. Era autunno del 2010, e la vita irrimediabilmente sconvolta di due bambine della zona ionica, tra Taormina e Castelmola, proruppe davanti a una maestra incredula e preoccupata con tutto il suo carico di dolore. Sono passati cinque anni da quel tragico fatidico momento, e ieri sera s’è consumato per questa storia il primo epilogo processuale davanti alla seconda sezione penale del tribunale presieduta dal giudice Mario Samperi. Quel nonno maleodorante è stato condannato ad otto anni e tre mesi di reclusione per abusi sessuali ripetuti sulle due nipotine rispettivamente di 4 e 6 anni (l’età che avevano all’epoca dei fatti). Una pena che è addirittura leggermente superiore a quanto aveva richiesto ieri pomeriggio l’accusa, nel corso dell’ultima udienza del processo di primo grado, che s’è conclusa con la sentenza giunta intorno alle sette di sera.
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