Non tutte le emergenze rifiuti sono uguali. È una considerazione a cui si arriva osservando il fenomeno dei cassonetti strabordanti e delle strade invase dalla spazzatura mese dopo mese, anno dopo anno. Ci sono le emergenze inevitabili, come quelle generate, ad esempio, da scioperi più o meno prolungati o dalla periodica chiusura della discarica di turno (ieri Mazzarrà, oggi Motta Sant’Anastasia). E ci sono quelle “sospette”, per le quali è quantomeno lecito porsi la domanda: ma perché? Già, perché da giorni ci sono strade in cui, a macchia di leopardo, senza che si sia venuta a creare nessuna delle condizioni di cui sopra, sono stracolme di rifiuti? Sempre osservando il fenomeno giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, si finisce per constatare che emergenze del genere capitano ciclicamente in periodi specifici, ad esempio d’estate, ad esempio a ridosso dei giorni festivi, ad esempio quando c’è incertezza sui pagamenti, ad esempio quando bollono in pentola possibili novità. Questo sembra essere un periodo di quelli. L’estate è ormai agli sgoccioli, è vero, ma c’è ancora qualche assenza di troppo da registrare tra il personale. Le incertezze più che i pagamenti riguardano il futuro a breve-medio termine di Messinambiente. Gli straordinari, necessari per “recuperare” i disservizi, fanno gola. E certe dichiarazioni d’intenti del commissario Calabrò, poi, in particolare sulla pianta organica, non sono piaciute a molti. Aggiungiamo lo sciopero annunciato per mercoledì 16, ed il quadro va delineandosi. È per questo che dentro e fuori Messinambiente il sospetto di una classica emergenza “ad orologeria”, non vogliamo dire pilotata, si rafforza. Un “rallenta - mento” nella raccolta sul quale i vertici della società di via Dogali vogliono capire di più ma che è oggettivo e non può essere motivato solo dai soliti guasti ai mezzi, anche perché i mezzi guastavano anche prima dell’estate, quando per mesi la città non ha sofferto alcune emergenza raccolta. Certo, come più volte spiegato, basta che a causa di un guasto si salti un turno di raccolta, ad esempio il notturno dalle 22 all 4, ed ecco che, a catena, si rallenta tutto il processo. Ma i cumuli e le microdiscariche che persistono in troppe zone della città, da nord a sud, vanno oltre questa parziale giustificazione. Ovviamente la generalizzazione non serve a nulla e a Messinambiente si è già optato per la massima severità, qualora le verifiche in corso, incrociati coi Gps montati sui mezzi, dovessero dare indicazioni precise. La generalizzazione non serve soprattutto a quegli operai di Messinambiente che fanno il proprio dovere ogni mattina, sporcandosi letteralmente le mani per vedere poi vanificato il proprio lavoro da chi non fa altrettanto. E divenendo facile bersaglio dei cittadini che – spesso dimentichi anche delle proprie, tante pecche – sono alla perenne caccia di un colpevole.
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