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Quanto costa alle città la “violenza spray”!

 Scesero in piazza a migliaia sotto lo slogan “Nessuno tocchi Milano”. Il Primo Maggio i muri della metropoli lombarda erano stati sfregiati dai barbari imbrattatori e la popolazione meneghina, con il sindaco Pisapia in testa (notoriamente non un “fascista”...), non potendone davvero più della protervia e dell’arroganza di pochi, decise di mobilitarsi. Fu una manifestazione di grande senso civico: tutti in strada a ripulire i palazzi dalle scritte. E dopo il successo di quella manifestazione popolare, si è continuati lungo il percorso di tutela dei beni collettivi. L’azienda comunale di Milano, l’Amsa, per incentivare il servizio di pulizia dei muri, ha praticato lo sconto del 10 per cento sulle tariffe del servizio antigraffiti (già da tempo attivo a Milano). Nei mesi scorsi, tra maggio e luglio, è stata ridotta ulteriormente l’offerta di abbonamento a prezzo fisso del servizio “Pulizia a piccole rate”, che ha coinvolto migliaia di proprietari degli stabili milanesi presi di mira dai vandali. Ha diritto allo sconto chi sottoscrive un contratto triennale di abbonamento per la cancellazione delle scritte «da qualunque tipo di superficie». Ma come si agisce in concreto? Il cittadino fa la richiesta, entro 7 giorni scatta il primo intervento di pulizia del muro imbrattato con le operazioni di lavaggio, pulizia meccanica, tinteggiatura e applicazione del prodotto antigraffiti. E se i vandali dovessero riprovarci? Entro 3 giorni si interviene nuovamente agendo sulla superficie sporcata con idropulitrice ad acqua calda e riapplicando il prodotto protettivo antigraffiti. Ecco come si fa nelle altre città per fronteggiare la violenza urbana (quelle scritte sono atti di violenza, inutile girarci intorno). Il senso civico contro il vandalismo. Il rispetto delle regole contro l’anarchia. In Italia è nata anche l’Associazione nazionale antigraffiti, la cui segretaria generale è un’ex biologa, Fabiola Minoletti. Prendiamo una sua recente dichiarazione tratta dal Corriere della Sera: «Pulire serve, soprattutto se si replica velocemente all’azione dei writer. Le scritte sono diminuite e abbiamo ridestato il principio della cittadinanza attiva. Il rischio è l’assuefazione, la cecità rispetto a un oltraggio che non risparmia neppure i monumenti»

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