“Difendo e ribadisco le mie affermazioni rilasciate ad una tv locale, che sarebbe appunto
Difendo il mio essere lì, davanti al tribunale, non solo come un semplice cittadino, ma come assessore di una giunta che è nata con lo slogan e con il principio programmatico “cambiare Messina dal basso”, scrive Ialacqua. I fatti dicono che però, qualche altro assessore della stessa giunta, lì, davanti al tribunale, avantieri mattina non ci sarebbe proprio andato.
E allora, vista la presa di posizione odierna Ialacqua, qualcuno dovrebbe affrettarsi a spiegare cosa sta accadendo all’interno dell’esecutivo di palazzo Zanca. Non si può dar torto a Ialacqua quando parla di libertà di opinione e di espressione, ma visto il modo in cui gli attivisti con i quali solidarizza, lo hanno manifestato in piazza, non gli si può dare ragione. Cosa che ha fatto, prendendo le distanza l’assessore alla mobilità e alla polizia municipale Gaetano Cacciola. La dice lunga anche la foto che Ialacqua pubblica nel suo profilo a sostegno della difesa della sua decisione. Le tende, per manifestare, fosse anche per una giusta causa, non si possono piantare nel bel mezzo di un’aiuola. Anche se Ialacqua, sempre al nostro microfono si prodiga a paragoni che sinceramente non sono calzanti…Indossare una maglietta a sostegno di una protesta, anche se non condivisibile, non è come piantare la tenda su un’aiuola tra l’università e il tribunale.
Le aiuole vanno tenute bene, anche e soprattutto quelle dinnanzi ad un plesso scolastico, dove tra pochi giorni suonerà la campanella e dove invece, da mesi, nessuno è più andato a curarle. Qui, magari, docenti e genitori degli alunni, avrebbero voluto vedere l’assessore al verde pubblico in una delle sue uscite. O a Pace, dove fino a qualche giorno fa le erbacce ostruivano il nome delle salme, sarebbe dovuto andare l’assessore ai cimiteri.