I due presunti responsabili della “notte criminale” a Capo Peloro hanno ormai le ore contate. Il nucleo investigativo della Compagnia Messina centro dei carabinieri, grazie alla collaborazione di diverse persone presenti quella notte, ha acquisito un gran numero di immagini fotografiche che ritrarrebbero i due giovani che nella notte tra sabato e domenica scorsi secondo alcuni testimoni avrebbero seminato il terrore dentro e fuori dal Lido Horcynus Orca. Si tratterebbe di due ventenni del rione Giostra, uno dei quali anche dagli indumenti sarebbe stato riconosciuto come colui che s’è presentato all’ingresso del lido, alle 4, brandendo un fucile a canne mozze e ricercando quelle persone con cui intorno all’1 e 30, in conseguenza della sua condotta smodata, aveva litigato. I militari della Compagnia, diretti dal capitano Emanuela Rocca, stanno incrociando alcuni riscontri per identificare ed inchiodare a differenti responsabilità i de presunti responsabili delle violenze e minacce, inclusi i danni arrecati agli arredi del lido. Si cerca l’arma, a quanto pare un fucile da caccia alterato e trasformato in una doppietta a canne mozze, che uno dei due giovani immortalati dalle foto e riconosciuti avrebbe usato, esplodendo un colpo in aria. Come già raccontato dalla “Gazzetta” intorno all’1 e 30 due persone, con atteggiamenti arroganti hanno disturbato i clienti del lido all’interno del quale si trovavano una settantina di giovani: quindi vistisi isolati e probabilmente in stato di alterazione, hanno cominciato ad accanirsi contro ombrelloni, sedie e tavoli. Verso le 2 di notte, alla chiusura, i due ventenni si sono allontanati dall’Horcynus minacciando di tornare presto. E a questo proposito s’innestano una novità nella ricostruzione del caso. Durante le convulse fasi dello scompiglio creato nel locale della Punta, i due bulli avrebbero anche pesantemente infastidito una ragazza originaria della Lombardia a difesa della quale sono, però, prontamente intervenuti i giovani della comitiva di cui faceva parte. Un bel gruppo di amici che, indignati, avrebbero allontanato i due messinesi in modo deciso. Da qui probabilmente la loro rabbia folle, quella che dalla minaccia di vendetta è poi passata all’azione. Un’azione criminale, in particolare quella di colui che, affiancato dall’amico, alle 4 è tornato davanti al lido ormai chiuso da due ore, brandendo un fucile a canne mozze procurato per l’occasione ed andando espressamente alla ricerca di chi, a suo dire, lo aveva offeso. Per fortuna quei giovani lombardi non c’erano più e così sarebbe partito solo un colpo in aria. L’acme di una folle “notte criminale”, dai rischi tragici, sotto le stelle dello Stretto.
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