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Mantineo rimane
assessore

Tanto rumore per nulla? Nessuna banalizzazione,  ma tant’è, perlomeno se si fa fede a quanto dichiara lo stesso Nino Mantineo, che ancora, quindi, va chiamato assessore. E’, infatti, è proprio lui a precisare che la sua lettera non conteneva le dimissioni, ma che si trattava di un amaro sfogo- denuncia,  dopo due anni  che: “stavo sulla graticola” ci dice al telefono  mentre è in viaggio, fuori città. “Per la verità- aggiunge il docente universitario- venerdì, quando ci siamo incontrati,  ho detto al sindaco di essere pronto, se necessario, a fare un passo indietro, ma il primo cittadino non ha preso alcuna decisione”. Ed infatti, sempre alla vigilia di Ferragosto, Accorinti scriveva in un comunicato stampa: “L’assessore Mantineo ha, nell’occasione,  rimesso il proprio mandato nelle mani del Sindaco, confermando comunque la piena fiducia e condivisione del percorso politico dell’amministrazione e ribadendo il suo impegno a sostegno del progetto di cambiamento della città. Il Sindaco si è riservato ogni ulteriore valutazione.”. Valutazione – aggiungiamo noi- sulla quale il primo cittadino  non ha ancora riflettuto, ma anzi ci dice, anch’egli al telefono, che se Mantineo fosse stato dimissionario, ieri, sarebbe andato al mare e non avrebbe certo partecipato ad una seduta di giunta durata oltre cinque ore. L’unico appunto che Accorinti muove nei  confronti dell’assessore è  di aver esternato malessere e  preoccupazioni direttamente alla stampa,  prima ancora di condividere e approfondire tutto con l’amministrazione. Ma comunque il primo cittadino afferma di comprendere lo stato d’animo dell’assessore  e anzi si lascia anche andare ad una battuta delle sue: “a volte per combattere contro la burocrazia, non basterebbero i marines.”   Quindi gli facciamo la domanda  precisa : sta cercando o no, un sostituito di Mantineo, un nuovo assessore ai servizi sociali? Il sindaco risponde con cautela. Aspetto che lui rientri a Messina, e decideremo insieme- assicura- ma invita  i giornalisti a non parlare di frattura. Non c’è nulla di rotto - conclude - e nulla di insanabile.      

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