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Riforma portuale
Un coro di "no"
all'accorpamento

Hanno scritto una lettera indirizzata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, i deputati regionali Nino Germanà (Ncd), Marcello Greco e Beppe Picciolo (Pdr) e il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pidà, con l'obbiettivo di invitare il titolare della riforma portuale a riflettere sulle peculiarità del porto di Messina, al fine di scongiurare l'accorpamento della sua Authority con quella calabrese.

Vanno oltre il campanilismo le ragioni che spingono i firmatari a rivolgersi a Delrio: “la città dello Stretto è caratterizzata da particolarissime peculiarità che le sono proprie e, a partire dal traffico passeggeri che la colloca al primo posto tra i porti italiani e all'ottavo nel contesto comunitario, possiede delle caratteristiche di unicità che, a nostro avviso, vanno tenute in attenta considerazione”, scrivono. “Secondo i dati 2014 Eurostat, Messina, con 8 milioni e 126 mila passeggeri, si aggiudica un primato unico , rappresentando l'Italia negli studi statistici dell'UE.

Il sistema gestito dall'AP di Messina e Milazzo rappresenta, pertanto, uno snodo di assoluta rilevanza internazionale oltre ad essere il naturale e ovvio baricentro dell'area integrata dello Stretto che coinvolge le due realtà metropolitane di Messina e Reggio Calabria, da tempo considerate due sponde di una stessa grande realtà, per via dei comuni interessi socioeconomici”.

Oltre al traffico passeggeri, viene ricordata l'enorme mole di mezzi pesanti che ogni anno attraversano lo Stretto (più di 750 mila in media) e che “mal si sposerebbe con un depotenziamento del controllo centrale dell'Ente territoriale preposto ma, altresì, necessiterebbe di urgenti adeguamenti infrastrutturali al fine di consentire una modernizzazione della gestione dei flussi, ad oggi, piuttosto carente.

Proprio in virtù della particolarità del porto di Messina che, insieme a quello di Milazzo costituisce un unicum”, prosegue la lettera, “riteniamo vada ripensata la proposta relativa l'accorpamento delle Authorities che vedrebbe privato quello della nostra città della governance, in favore di un accorpamento con il porto calabrese di Gioia Tauro. E' essenziale, secondo noi”, continuano “che il primato dell'AP di Messina e Milazzo non venga sminuito o ancor peggio disconosciuto in favore di un accorpamento che riteniamo inidoneo a gestire adeguatamente traffici e interessi della portualità dell'area dello Stretto, il cui buon funzionamento necessita in modo imprescindibile di un controllo ferreo affidato ad una cabina di regia collegata al territorio, che funga da trait d'union con Enti e Istituzioni locali e nazionali”. Dal naming previsto per la nuova authority (“Autorità di Sistema Portuale della Calabria e dello Stretto”) alla rischiosa concorrenzialità tra le realtà portuali comprese nell'eventuale accorpamento con Gioia Tauro, i parlamentari e il primo cittadino del comune calabro, riconoscono una lesione nella forma e nella sostanza a cui potrebbe andare incontro la città di Messina (comprensiva della realtà milazzese), giacché, inoltre, all'interno del sistema, “non è previsto che l'area orientale della Sicilia entri con pari dignità rispetto alla sponda opposta”.

Per queste ragioni, i firmatari hanno chiesto al Ministro Delrio di “ riconsiderare i connotati della proposta da Lei redatta e approvata, seppur in via preliminare, dal consiglio dei Ministri, venerdì 3 luglio”.

Dal canto suo, il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, in una nota, esprime "fortissime riserve e perplessità" circa il piano strategico della portualità e della logistica, approvato in via preliminare lo scorso 3 luglio in Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Delrio. "L'impianto della riforma in oggetto - sostiene il sindaco - appare 'ictu oculi' permeato da una filosofia che mette al centro i concetti di competitività e razionalizzazione, linee guide già tristemente perseguite con pessimi risultati su un piano più strettamente macroeconomico. Riteniamo perciò utile chiedere un completo cambio di paradigma, destinato a privilegiare le singole specificità locali con interventi precisi e mirati. I problemi che attanagliano il Porto di Gioia Tauro, opera decisiva che esprime un potenziale nettamente al di sotto delle aspettative, non sono sovrapponibili a quelli che gravano sui Porti siciliani, come tra l'altro correttamente evidenziato dai più sensibili esponenti della classe politica isolana con i quali manteniamo un continuo e proficuo rapporto di collaborazione". "Gioia Tauro, più che di accorpamenti - prosegue - avrebbe bisogno di vedersi riconosciuta la Zes, in virtù anche delle promesse passate di un governo centrale pronto a garantire un giusta compensazione in favore di un territorio che si era sobbarcato, nel nome di un solidarietà vera e non pelosa, l'onore di smaltire i veleni chimici siriani per aiutare e facilitare la risoluzione di un problema geopolitico che aveva assunto dimensioni globali. Riservandoci quindi di inviare a breve all'attenzione del ministro competente una relazione contenente le nostre specifiche osservazioni sui singoli punti del progetto di riforma in argomento, chiediamo nuovamente e con forza al Governo centrale di rimettere al centro del dibattito italiano ed europeo il riconoscimento per Gioia Tauro della Zona economica speciale". (ANSA).


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