Dell’istituzione del Parco dei Peloritani e della sua valenza strategica si parla da anni. Per i fautori il parco valorizzerebbe il territorio ed avrebbe ricadute positive sotto l’aspetto ambientale e turistico. Tanto più che negli ultimi mesi anche l’assessore regionale all’Ambiente, il messinese Maurizio Croce, si è detto favorevole al progetto che intende portare a compimento. Sulla vicenda ora torna a farsi sentire l’associazione “Caccia, pesca, ambiente” che al contrario ritieni l’istituzione dei parchi penalizzante per quanti vivono e lavorano all’interno di queste aree. Una recente inchiesta giornalistica ha accertato che i quattro parchi siciliani costano circa 16 milioni di euro l’anno. Secondo Marisa Calafiura e Salvatore Panassidi, responsabili provinciali di Caccia, pesca e ambiente, a fronte di queste spese nulla o poco è stato fatto in queste aree dove la natura è protetta e dove ci si ritrova a fare lo slalom tra immondizia, elettrodomestici, eternit. Nessun sentiero, nessuna area attrezzata e recinzioni inesistenti o danneggiate. Del resto, sostiene l’associazione venatoria, già all’interno dell’area destinata a Parco dei Peloritani ricadono
E dunque si ripropone la vecchia querelle fra ambientalisti e cacciatori. Questi ultimi temono che l’istituzione del Parco dei Peloritani vieterebbe totalmente la caccia e introducono un tema delicato quella della sempre più massiccia presenza dei cinghiali sui nostri monti. La scomparsa dei cacciatori sui Peloritani –spiegano Panassidi e Calafiura- consentirebbe ai cinghiali di moltiplicarsi a dismisura mentre già oggi scendono a gruppi a ridosso dei condomini addirittura in viale Giostra e Torrente Trapani in alcuni casi provocando ingenti danni. Insomma secondo l’associazione venatoria Messina e i messinesi non avrebbero nessun vantaggio dall’istituzione del parco e chiede un confronto con l’amministrazione comunale per discutere dei temi più scabrosi.
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