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60 anni fa la Conferenza di Messina, oggi cerimonie e polemiche

Quattro giorni per rivivere lo spirito di quella conferenza che fu seme fecondo dell’Europa che viviamo oggi. La conferenza di Messina di sessanta anni fa, mise al centro del dibattito politico del vecchio continente, l’opportunità di trovare, dieci anni dopo la guerra, spunti comuni per far fronte in primis alla carenza di materie prime e poi ad una frammentazione politica che indeboliva l‘Europa schiacciata dalle due superpotenze.

Sessanta anni dopo Messina non riuscirà nell’impresa che il Ministro Gaetano Martino portò a termine il 3 giugno. La città non finirà una seconda volta sui libri di storia, ma di certo è utile non disperdere la memoria e l’identità di quella riunione così importante con i ministri di Olanda, Lussemburgo, Francia, Germania Ovest e Belgio.

Olio di gomito e qualche acquisto fiammante l’hanno fatta da padrone nella lunga attesa dell’evento che scatterà domani.

Da due giorni operai alacremente al lavoro a Palazzo Zanca per posizionare decine e decine di metri di tappeto rosso, per allestire il salone delle bandiere che da domani saranno tre in più sulla boiserie nata venti anni fa il quarantennale della conferenza, e poi telefoni roventi per confermare tutte le presenze alla manifestazione che avrà domani come ospiti d’onore il presidente della commissione affari esteri del Senato PierFerdinando Casini all’inaugurazione delle 10,30, il governatore Rosario Crocetta, il presidente emerito della corte Costituzionale Gaetano Silvestri e poi Enrique Baron Crespo, ex presidente del Parlamento europeo, tutti attesi nel pomeriggio dalle 15,30.

Oggi la funzione pubblica della Cisl, però, solleva il tema dei costi di questa 4 giorni, per la quale Palazzo Zanca spenderà circa 50 mila euro.

Per il sindacato è molto bello, anche sotto il profilo simbolico, vedere all’opera i dipendenti del comune che con piccole manutenzioni e piccole spese- scrive Calogero Emanuele- hanno saputo cambiare il volto di Palazzo Zanca.

Però il sindacato si domanda a cosa servano i 50 mila euro impegnati in questo evento, mentre per altre problematiche spinose non si riesce ad assumere gli atti con la stessa determinazione. Il riferimento- prosegue la nota – è alla stabilizzazione dei precari che dopo l’evento deve essere definita.

A proposito dei 50 mila euro con cui è finanziata la 4 giorni per il sessantesimo della conferenza di Messina, nel rendiconto ci sono per certo circa 5000 euro per il tappeto e altri 1500 per dei lavori all’interno del Salone delle Bandiere. Altri 15 mila sono quelli per il viaggio ed il soggiorno dei tanti ambasciatori e consoli che arriveranno domani in città a rendere omaggio a quella Conferenza in cui Messina era capitale d’Europa.

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