Quando si assalta un Palazzo Municipale e si prendono in ostaggio sindaco, assessori e lavoratori. Quando si arriva allo scontro fisico, qualunque siano le ragioni della protesta la condanna non può che essere ferma e decisa. Non risono motivazioni che tengano, la violenza non può mai essere giustificata e ieri Palazzo Zanca ha vissuto uno dei giorni peggiori della sua storia. I venditori ambulanti vogliono lavorare, guadagnare onestamente e non dover convivere con la spada di Damocle di un blitz delle forze dell’ordine che vanifichi mesi di lavoro. Ma non si può usare la forza per far valere queste ragioni. Il Comune, per scelta del sindaco Accorinti, è un palazzo privo di difese. Il sindaco ne ha voluto fare la casa di tutti i cittadini togliendo tornelli e pareti a vetri. Ma se il risultato è quello che abbiamo dovuto vedere ieri allora meglio tornare all’antico. Lo sdegno per le aggressioni a sindaco, assessori, lavoratori ed operatori dell’informazione oggi è trasversale così come gli attestati di solidarietà. Il presidente del consiglio comunale Emilia Barrile esprime solidarietà alla stampa cittadina che ha subito in questi giorni pesanti intimidazioni ed attacchi fisici da cittadini in protesta all’interno di Palazzo Zanca. In particolare una giornalista ed un cameraman quest’ultimo colpito in pieno da un casco. La stesa Barrile chiede una più cospicua presenza delle forze dell’ordine all’interno del Comune.
Mariano Massaro, segretario regionale dell’Orsa condanna il gesto di ieri auspicando che si tratti di un caso isolato, lontano anni luce dalle dinamiche di lotta che storicamente hanno conferito dignità e potere contrattuale alla classe lavoratrice.
Il segretario provinciale della FP Cisl Calogero Emanuele arriva a chiedere l’installazione di un impianto di videosorveglianza , videocitofoni ed allarmi da collocale negli uffici più a rischio. La limitazione degli accessi ed i il ritorno ai tornelli agli ingressi,. Un Palazzo Zanca blindato come un fortino, un’immagine che proprio il sindaco voleva cancellare ma che i fatti ultimamente rendono quasi necessario. Fra sit in, proteste, bivacchi, aggressioni il Comune ultimamente è diventato terra di conquista per chiunque abbia una rivendicazione da fare, una protesta da avanzare e spesso anche in maniera violenta. Lungi l’idea di realizzare un bunker ma è certo che non si deve sottovalutare la necessità di assicurare l’incolumità a quanti lavorano all’interno del comune dagli amministratori, ai dipendenti agli operatori dell’informazione.
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