La soluzione tracciata ieri a Roma, al termine del confronto svoltosi nella sede del Ministero delle Infrastrutture, dovrebbe scongiurare l’ipotesi nefasta della perdita di 35 milioni di euro, somme che non sono – è bene ricordarlo –un regalo piovuto dal cielo ma si tratta di finanziamenti dovuti alla città di Messina per un’opera considerata strategica nella riorganizzazione dei sistemi di mobilità e di trasporto. Qualunque sia il giudizio sulla localizzazione, che il porto di Tremestieri sia un’opera da portare avanti ad ogni costo non dovrebbe essere più in discussione. A meno che non si pensi di tornare indietro di decenni, mantenendo per sempre l’attuale sistema basato sugli imbarcaderi privati della Rada di San Francesco e quelli del porto storico.
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