C’è l’ok ufficiale dell’assessore regionale alla Sanità, Lucia Borsellino, sul progetto di fusione tra l’ospedale Piemonte e l’Irccs Neurolesi. La componente della giunta Crocetta ha partecipato ieri pomeriggio a una riunione riservata convocata all’ospedale Papardo, proprio per discutere del futuro del nosocomio di viale Europa e della nascita del più grande Polo riabilitativo del Meridione. «Il progetto di unificazione delle due strutture è condiviso da governo e parlamento siciliano – ha spiegato – troverà espressione anche nella legge finanziaria, che dovrà essere approvata in aula. Un passaggio necessario perché si sta andando a modificare l'assetto esistente. Sono convinta che da questo disegno verrà fuori non soltanto un potenziamento della vocazione riabilitativa dell’Irccs Neurolesi, ma anche un’esaltazione delle tante professionalità che operano all’ospedale Piemonte». Un piano ambizioso che nei prossimi giorni dovrà trovare un suo equilibrio sotto il profilo tecnico-gestionale. Un altro importante passo è intanto stato compiuto, cioè riunire intorno allo stesso tavolo quasi tutti i soggetti che sono chiamati a scrivere il futuro della nuova realtà: oltre all’assessore, il presidente della commissione Sanità dell'Ars, Pippo Digiacomo, il sindaco di Messina Renato Accorinti, il direttore generale dell'Istituto Bonino Pulejo di alta specializzazione Angelo Aliquò, il direttore scientifico Nino Bramanti, il direttore generale dell’Azienda “Papardo-Piemonte” Michele Vullo, funzionari, tecnici e deputati regionali. «Un faccia a faccia servito particolarmente per stimolare le aziende sanitarie dell’area metropolitana, che dovranno continuare a dialogare per definire nel dettaglio il progetto tecnico che seguirà alla formalizzazione dell’accorpamento», ha proseguito la Borsellino, che si è poi espressa anche per ciò che concerne i servizi: «Occorre rafforzare l’offerta per i cittadini, la gente dovrà trovare ciò che cerca per la propria assistenza nei vari presidi. Le aziende ovviamente hanno espressamente manifestato la volontà di potenziarsi secondo propria vocazione, io ritengo sia possibile creare all'interno del territorio messinese una pluralità d’offerta che non accentui i disagi ed aumenti la competitività».
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