La carta d'identità dice che il futuro politico è tutto da scrivere, ma è nel presente che il messinese Giacomo D'Arrigo sta muovendo i suoi passi per aiutare i giovani italiani. Il premier Matteo Renzi lo ha scelto ormai diversi mesi fa per ricoprire un ruolo importante, quello di direttore generale dell'Agenzia Nazionale per i Giovani, ma i rapporti con il territorio restano stretti e costanti, anche perché ci tiene a sottolineare che nonostante il ruolo “di governo” la sua casa resta lo Stretto.
In città qualche settimana fa per la firma del protocollo d'intesa con la prefettura per garantire la corretta esecuzione dei progetti “Erasmus+”, D'Arrigo ne ha approfitto per fare il punto su alcune questioni che riguardano da vicino Messina. A partire dalla temuta soppressione della Camera di Commercio: «Credo si debba insistere su un'autonomia vera, non fine a se stessa - ha esordito -. In alternativa meglio stare in un grande progetto, vivendo una dimensione di integrazione che porti beneficio ad economia ed aziende piuttosto per tutelare quattro pensioni o incarichi da bigliettino da visita. Le condizioni di ripiego al ribasso solo per stare in criteri formali ma che non incidono con le prospettive del nostro territorio non servono e sono buone solo per spostare il problema nel tempo». Da qui la presa di posizione a favore di strutture sovraprovinciali: anche il sì al matrimonio con i centri sud-orientali, Catania, Ragusa, Siracusa, assumendo all'interno di questo asse un ruolo importante in termini di rappresentatività. «I nostri parlamentari vadano oltre le uscite per fare bella figura sui giornali, pensino ad un stategia utile e non solo alla difesa campanilistica - ha aggiunto D'Arrigo -. All'Amministrazione comunale l'invito di guardare oltre il momento e di esprimere una scelta di respiro largo non subendo le scelte altrui o piccoli interessi».
E si passa ai temi politici, in primis al rapporto tra il suo partito, il Pd, e l'Amministrazione Accorinti: «Il dibattito sulla sfiducia credo sia superato - dice -. Ora, senza confondere i ruoli, dall'opposizione a noi tocca trovare la formula per favorire la città, all'attuale esecutivo invece occorre ritrovare la capacità d'ascolto a 360 gradi. Il governo ha deciso di puntare sulle aree metropolitane, edilizia scolastica e fondi per il dissesto idrogeologico ne sono la prova, dunque l'Amministrazione colga questa sfida».
Infine sulle dinamiche interne al Partito Democratico messinese, ancora in cerca di una riassestamento dopo il terremoto che ha colpito la famiglia Genovese, D'Arrigo affonda: «Le elezioni nono sono all'orizzonte, il Pd locale ha il tempo di riorganizzarsi e non temere nulla, svolgendo il compito di partito principale. Per farlo il segretario Basilio Ridolfo deve fare le cose per cui è stato confermato: ricostituire gli organismi, responsabile organizzativo e tesoreria, procedere alla razionalizzazione dei circoli e avviare il nuovo tesseramento che permetta a tutti di poter partecipare. Siamo al governo a Roma e Palermo e dobbiamo vivere questo ruolo positivamente, tanti amministratori e cittadini ci guardano con attenzione ma se non li mettiamo nelle condizioni di sentirsi considerati saremo noi a sbagliare. Nei comuni dove si vota si abbia orgoglio e forza di presentarsi uniti, senza temere confronti e abbandonando gelosie e ripicche, perché in un grande partito c'è spazio per chiunque voglia lavorare, non per chi vuole chiudere recinti o pretendere di assegnare patenti».
Emanuele Rigano
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