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Burrasca su Tremestieri, approdi di nuovo chiusi

 Ancora venti di burrasca. Ancora mareggiate. E approdi chiusi. Non c’è tregua per il fragile scalo di Tremestieri. E immaginiamo vecchi lupi di mare scambiarsi occhiate complici: «L’avevamo detto noi, a un’azione corrisponde sempre una reazione. Ed ecco le conseguenze di aver realizzato le invasature nel posto meno idoneo dell’intero territorio comunale». I danni si conosceranno oggi, forse domani. Nella notte Eolo ha soffiato con raffiche di circa 80 chilometri l’ora, onde alte più di tre metri si sono accanite su quel litorale che sembra diventato come una preda alla mercé del branco. Tra Galati e Santa Margherita, lì dove i fenomeni di erosione non sono più emergenza, ma la normalità. Ed è uno spettacolo visto e rivisto, quello della sabbia che ricopre lo scalo portuale di Tremestieri, e che poi dovrà essere rimossa, con tempi sempre più lunghi e costi sempre meno sostenibili dalla collettività. Tempo che si perde per l’analisi e la caratterizzazione della sabbia, costo che sale alle stelle per ogni gara da espletare in riferimento alle operazioni di dragaggio. Così davvero non se ne esce. E tutto ciò accade mentre il sindaco Renato Accorinti cerca disperatamente di farsi assegnare da Roma i poteri speciali (con la durata anche di un solo anno) per sbloccare l’iter del nuovo porto di Tremestieri e dell’annessa piattaforma logistica, quella che è considerata come unica soluzione possibile per risolvere il problema dell’attraversamento dei mezzi pesanti nel centro urbano. Nel frattempo, però, i Tir continuano a imperversare in città e ieri, sabato sera, a seguito della chiusura dei due moli di Tremestieri, hanno attraversato le vie di Messina, confondendosi con il traffico della “movida”.

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