Sabato scorso la manifestazione per salvare il traghettamento dei treni, oggi l'incontro alla Provincia per riparlare del Ponte sullo Stretto.
Una città, ancora a caccia di identità, su uno dei temi centrali del suo sviluppo come l'attraversamento dello Stretto. Il comitato Libera Messina e la Rete Civica per le infrastrutture del Mezzogiorno hanno fatto riaprire l'aula consiliare del Palazzo dei Leoni per parlare di quel ponte che il governo Monti ha messo in stand by con la messa in liquidazione della società Stretto di Messina.
“ Non è vero che il Ponte si può più fare” - dicono le due associazioni - “ Il progetto è ancora cantierabile” E ancora “ Pensare che l'attraversamento possa avvenire con traghetti e treni è come pensare che nell'epoca dei telefonini si possa ancora comunicanre con i segnali di fumo”.
Il coordinatore della rete civica delle Infrastrutture, Fernando Rizzo, battezza il corteo di sabato scorso come un atto di difesa, pur legittimo, di 100 posti di lavoro.
Nella Stretto di Messina c'erano 1 miliardo e duecento milioni che però, per le due associazioni, sono finiti ad altri progetti. Ma se il governo Renzi la vedesse diversamente, dove si troverebbero i fondi anche privati per realizzarli? Risponde Antonio Costa di Libera Messina. "Si potrebbere defiscalizare l'impegno di 8 miliardi ceh servono per la costruzione. Si potrebbe richiamamrein causa la Eurolink. Detto che gran parte di quei fondi sono di privati".
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