Ancora una giornata di vana attesa. Ma per quanto tempo la città potrà ancora aspettare prima di sapere se è fallita o se è invece ha solo ipotecato il proprio futuro con un mutuo a tanti zeri per i prossimi dieci anni.
Il ministero aspetta il piano di riequilibrio da venti giorni. Nell'ultimo consiglio comunale è arrivata la pregiudiziale del gruppo dei democratici riformisti secondo cui il piano non può essere votato prima che siano approvati i contratti i servizio di Amam e Atm, partecipate di rilievo assoluto negli equilibri finanziari di Palazzo Zanca.
Oggi la commissione consiliare che doveva analizzare i preziosi contratti di servizio, non li ha nemmeno avuti in maniera informale e non gli è rimasto altro parlare di debiti fuori bilancio.
La prossima seduta del consiglio è fissata per giovedì e tecnicamente appare improbabile che si possano verificare due malloppi di decine e decine di pagine di un documento che sarà verbo nella gestione di due servizi come i trasporti e acqua.
Intanto sono arrivate le prime transazioni fra i creditori oltre i 50 mila euro ed il Comune, anche quelle indispensabili per il nulla osta ministeriale e della corte dei conti.
Domenico Bertè
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