«Tempo fino a luglio, poi stacchiamo la spina». «Noi non molliamo». È sintetizzato in questo botta e risposta l’attuale infuocato momento politico-amministrativo. L’offensiva di chi minaccia la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Renato Accorinti è scattata ufficialmente sabato mattina, con la conferenza stampa di alcuni consiglieri del Partito democratico, alla presenza della presidente del consiglio Emilia Barrile e di Felice Calabrò, già candidato sindaco nelle elezioni del 2013. Finora se ne era parlato solo nei corridoi del Municipio, ora ci sono dichiarazioni ufficiali e anche una scadenza temporale fissata: o le cose cambiano o in estate ci sarà la resa dei conti. In realtà, la presa di posizione dei gruppi consiliari e di un Calabrò deciso più che mai a ritornare “in pista” è stata in qualche modo “frenata” dal segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo, che considera “prematuro” discutere di una mozione di sfiducia, ancora di là da venire e sulla quale, comunque, non c’è ancora una scelta unanime da parte del partito di maggioranza consiliare. Ridolfo ricorda che, per votare la sfiducia, bisogna coinvolgere anche altri gruppi e in ogni caso non c’è una posizione unitaria all’interno del Pd ma un confronto aperto. Oltretutto, nel caso in cui la mozione fosse votata favorevolmente dalla maggioranza assoluta dell’Aula, a casa non andrebbero sindaco e assessori, ma anche tutti i consiglieri comunali. E da Palermo arriverebbe l’ennesimo commissario straordinario con i poteri di giunta e consiglio. La replica dell’amministra - zione Accorinti è arrivata nella serata di ieri, con il documento che pubblichiamo in questa stessa pagina. Non si risparmiano frecciate velenose nei confronti di Felice Calabrò («È triste vedere un fu candidato sindaco sfiduciato dalla sua alleanza elettorale, sfiduciato dai messinesi al ballottaggio, “sfiduciato” dal Tar e dal Cga sui ricorsi elettorali presentati “a sua insaputa”, chiedere oggi la “sfiducia” di chi è stato democraticamente eletto») ma si conferma la volontà di aprire «un confronto costruttivo con il Pd e con tutte le altre forze politiche e sociali». La strategia dell’amministrazione Accorinti, una volta chiuse le porte ai partiti e ai gruppi della sinistra-sinistra («Estremismo malattia infantile del comunismo, logiche tafazziane», è la durissima risposta alla richiesta di dimissioni rivolta dai promotori di “DecideMessina”), è di trovare sponde nella parte di Pd considerata meno “prevenuta”, cioè quella che fa capo ai “renziani della prima ora” (Alessandro Russo e Francesco Palano Quero, per citare due nomi). È un panorama in continua evoluzione mentre all’orizzonte si staglia l’appuntamento cruciale per il Comune e per la stessa giunta Accorinti: le decisioni della Corte dei Conti sul Piano di Riequilibrio finanziario, passaggio decisivo per il prossimo decennio a Palazzo Zanca.
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