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Superbo Fiorello al Vittorio Emanuele

Diverte e in più di un momento emoziona, Giuseppe Fiorello, superbo protagonista di “Penso che un sogno così”, in scena fino a domenica al “Vittorio Emanuele”; entusiasmando - come ci è capitato di vedere raramente, a Messina - il pubblico che ieri sera gremiva il Teatro.

Ma più che un sentito omaggio a Domenico Modugno (sin dal titolo scelto, l’incipit di Nel blu dipinto di blu) il suo è il racconto della propria infanzia, trascorsa tra Augusta e Letojanni, ma soprattutto il ricordo affettuoso di suo padre.

Un racconto - con la sapiente regia di Giampiero Solari - che si arricchisce anche delle canzoni di Mister Volare, rese magnificamente bene dall’attore siciliano (che lo ha interpretato in una fiction di grande successo); e che diverte e appassiona per la straordinaria bravura di Giuseppe Fiorello, per il quale il testo che ha scritto insieme con Vittorio Moroni non è un copione qualunque ma la storia della propria famiglia e, in particolare, il ritratto dell’amato padre.

Tanto che quando ne racconta la fine, il giorno di Carnevale di qualche anno fa, dice che “se ne è andato il protagonista dello spettacolo della mia vita”.

Un padre meraviglioso, che amava la vita e che cantava sempre le canzoni di Modugno: si intrecciano volutamente, così, le vicende familiari e quelle di Mister Volare, di cui vengono raccontati gli inizi, in Puglia, prima di tentare il successo a Roma, e alcuni aneddoti (con il paroliere Franco Migliacci e con la moglie, l’attrice messinese Franca Gandolfi) che ne rivelano la ricca ed esuberante dimensione umana, più di quella pubblica e al di là del genio artistico che tutti gli riconosciamo.

Con alcune delle sue canzoni più note, dicevamo, da Amara terra mia a Resta cu mmè, da Tu sì na cosa grande a Meraviglioso, fino alla splendida U piscipada, che rimane tra i suoi brani più belli.

Bravissimo, Giuseppe Fiorello, che per oltre due ore - con il valido contributo dei chitarristi Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma - lascia il pubblico col fiato sospeso, a seguirlo, divertito e partecipe, in una performance coinvolgente come poche altre, con calorosissimi applausi a scandire i diversi momenti dello spettacolo.

Alla fine, poi, una lunga ovazione e una standing ovation quanto mai meritata, chiusa dalla canzone forse più bella, quel Vecchio frac che è pura poesia.

E, attraverso i musicisti che lo accompagnano, un doveroso ricordo di Pino Daniele, scomparso qualche giorno fa, del quale Bonaviri e Palma sono stati tra i più stretti collaboratori.

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