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Galati, Croce raddoppia le somme per proteggere il litorale

 Altri duecentomila euro per mettere in sicurezza con una barriera disposta a terra le case di Galati: quelle che si sta già cercando di proteggere con una lunga trincea di sabbia. I primi 5.000 metri cubi di ghiaia già arrivati sui camion dagli approdi di Tremestieri, cui dal 9 s’aggiungeranno, via mare, gli altri 25.000 metri cubi caricati su pontone. La buona notizia arriva direttamente dall’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Croce, il quale è riuscito a raddoppiare la copertura finanziaria – portandola a 400.000 euro – rendendo così immediatamente attuabile la modifica progettuale richiesta alla Protezione civile di Messina dall’ingegnere capo del Genio civile, Leonardo Santoro. Ad incrementare le somme Croce è riuscito anzitutto in virtù della gravità dell’emergenza di protezione civile da tempo in corso a Galati, ma anche del suo ruolo di soggetto attuatore – sia pure formalmente dimissionario – della Struttura commissariale per la riduzione del rischio idrogeologico e, in particolare, dei diversi appalti messi a segno in città – con alcuni cantieri ancora aperti – in relazione alle alluvioni 2010 e 2011. «Dalle economie di queste gare disponibili per i ribassi d’asta, abbiamo ricavato queste somme necessarie alla maggiore copertura finanziaria richiesta dalle prescrizioni del Genio civile. Garantiamo, in particolare, le stesse dimensioni della barriera protettiva del progetto redatto dalla Protezione civile pur ricorrendo interamente ai massi di 4 categoria, ben più costosi». Adesso, nei primi giorni dell’anno, partiranno dall’Assessorato regionale all’Ambiente le convocazioni per la nuova conferenza dei servizi che esaminerà il progetto. Quest’ultimo è stato aggiornato e spedito a Palermo, già da due settimane, dall’ingegnere Pietro Bongiovanni. Come si ricorderà, nella conferenza tenutasi il 9 dicembre a Palermo, l’ing. Santoro aveva sottolineato la necessità d’impiegare per la barriera, che sorgerà a terra a venti metri dalla battigia, i massi più pesanti, di quarta categoria, in sostituzione di quelli previsti dal progetto, di seconda e terza classe. Questi, infatti, sono giudicati insufficienti «a contrastare l’eventuale azione erosiva e di sifonamento dell’onda battente». Va anche ricordato, per completezza, che la sezione di Messina della Protezione civile aveva lavorato alacremente, in tempi stretti dopo la mareggiata del 7-8 novembre, dovendosi misurare con una coperta finanziaria molto corta. Si rifletta un attimo sul rapporto non ottimale tra l’avere a disposizione 200.000 euro e il dover proteggere, il più, e nel miglior modo possibile, i circa 800 metri che vanno dalle Case Raciti sono quasi al ponte nuovo sulla Nazionale. La soluzione dei massi di seconda e terza, e alcuni anche di quarta, era stata adottata in virtù del fatto che non si tratterà di una barriera radente la battigia ma da posizionare 20 metri più a monte e dopo l’attuale ripascimento con 25.000 metri cubi. Ma ancor più convincente, vista la capacità “divoratrice” dell’erosione di questi ultimi tempi, è sembrata la prescrizione d’impiegare solo i massi mastodontici. La barriera avrà dunque identica lunghezza: 275 metri tra Case Raciti e campo di calcio. 

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