«Internet per i ragazzi è un mondo di grandi opportunità, ma anche di seri rischi». A sottolinearlo, la nota criminologa Roberta Bruzzone, che ieri pomeriggio è stata ospite d’eccezione della settima puntata di “Arcobaleno”, su Rtp. La psicologa forense, che nei giorni scorsi ha preso parte agli incontri formativi rientranti nel progetto “Navighiamo sicuri nella rete e nella vita”del liceo “Felice Bisazza” diretto dalla prof. Annamaria Gammeri, ha dato utili consigli sulla gestione della rete, alla quale i giovani si avvicinano sempre più precocemente. Nell’ambito della trasmissione per ragazzi prodotta da Rtp e Gazzetta del Sud con Noi Magazine e condotta da Umberto e Daniele Vita, subito dopo il lancio del domandone (“Come si chiamano i membri della band One Direction?”), la criminologa ha evidenziato che «il mondo di internet e dei social network viene troppo spesso sottovalutato sia dai giovani che dagli adulti. In rete – ha spiegato – si possono trovare tantissime minacce, che vanno da tentativi di adescamento a vere e proprie aggressioni virtuali di massa». E il riferimento, ribadito soprattutto negli incontri a scuola, è ai tanti casi di cronaca riguardanti ragazzi presi di mira dal “branco di Facebook” (o di altri social network) che arrivano a manifestare veri e propri problemi psicologici e in alcuni casi, purtroppo, anche a togliersi la vita. Perchè dentro quella piccola “finestra” che collega anche i più piccoli col mondo intero, si nascondono insidie e pericoli ben più seri di quelli che si possono incontrare in un cortile. «I bambini – ha avvertito Bruzzone – utilizzando internet possono “incontrare” persone pericolose anche nel posto in cui in assoluto dovrebbero sentirsi ed essere al sicuro, nella loro cameretta, con i genitori a pochi passi». Come ha detto la criminologa, inoltre, «non bisogna sottostimare i rischi relativi alla dipendenza. Se chiediamo ad un gruppo di ragazzi di non collegarsi ad internet per un giorno intero – ha affermato – tutti avranno serie difficoltà a farlo». Ribadito inoltre da un lato il diritto-dovere dei genitori di vigilare sui contatti web dei figli – in particolar modo sui social network – senza cullarsi sui filtri del parental control, che i bambini spesso molto più esperti degli familiari riescono facilmente ad aggirare, dall’altro l’ammonimento ai piccoli ad accettare amicizie “virtuali” solo se ad esse corrispondono persone realmente conosciute. Avvisando immediatamente mamma o papà se si viene contattati da persone molto più grandi. «L’unico modo per tutelare i più piccoli dai rischi di internet e dei social network, che ormai sono parte integrante della vita di tutti sempre più precocemente – ha aggiunto Bruzzone – è non sottovalutare mai l’enorme portata di questi mezzi e controllare l’utilizzo che ne fanno i giovani».
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