Il detenuto del carcere di Gazzi sembra volesse assolutamente cambiare cella. Mentre si trovava in infermeria per un controllo, al diniego dell’ispettore, sarebbe andato su tutte le furie, avrebbe afferrato dal tavolo il metal detector portatile, si sarebbe scagliato contro il poliziotto penitenziario, lo avrebbe scaraventato a terra, e avrebbe cominciato a colpirlo ripetutamente sulla testa fino a farlo sanguinare. E’ stato il collega di turno ad intervenire per bloccare il carcerato e chiamare il 118. L’ispettore se l’è cavata con 5 punti di sutura e 10 giorni di prognosi per trauma cranico e contusione lombare. L’agente che lo ha soccorso e immobilizzato il detenuto ha riportato la frattura di un braccio e resterà a casa 30 giorni. Immediata la reazione dei sindacati: Antonino SOLANO, segretario locale del Sippe, Sindacato di Polizia Penitenziaria, ricorda che, già nel 2013, il deputato messinese del Movimento 5 Stelle, Alessio Villarosa, aveva presentato un’interrogazione parlamentare, sollecitando l’intervento del Governo per trovare soluzioni alle continue aggressioni ai danni dei poliziotti penitenziari ma, ad oggi non è giunta alcuna risposta su come si intenda tutelare gli agenti in servizio nelle carceri. Inoltre, secondo Solano, i detenuti, responsabili di tali atti, spesso non sono neanche in grado di risarcire il danno poiché nullatenenti. Gli agenti di Polizia Penitenziaria - aggiunge Alessandro De Pasquale, Segretario Generale del Sippe - operano quasi sempre in una condizione di emergenza e, spesso, soltanto grazie alla loro professionalità, le criticità vengono contenute. Per Francesco Barresi coordinatore regionale aggiunto UIL PA Penitenziari l’atavica carenza di organico non permetta di garantire un adeguato livello di sicurezza ed è necessario un immediato intervento del Provveditorato e del Dipartimento per riportare la serenità
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