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Condannati i protagonisti della sparatoria di Capodanno

La notte di San Silvestro del 2013 balzò agli onori delle cronache cittadine soprattutto per il “duello” che insanguinò le strade di Villa Lina, proprio nel bel mezzo dei festeggiamenti. Tra i fuochi d’artificio, furono esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco: conseguenza di un regolamento di conti tra due residenti della zona nord. A quasi un anno di distanza dall’episodio, arriva la condanna per i protagonisti di quel fatto violento. Al termine dell’udienza con il rito abbreviato, il gup Antonino Genovese ha inflitto otto anni di reclusione ciascuno a Luca Di Napoli e Angelo Chiarello. Due in meno rispetto a quelli sollecitati dal pubblico ministero Roberta La Speme. Sul loro capo pende la pesante accusa di tentato omicidio pluriaggravato, mentre è stata esclusa l’aggravante dei motivi abietti e futili alla base dell’episodio. Hanno difeso gli avvocati Salvatore Silvestro e Tancredi Traclò. Tra il 31 dicembre e l’1 gennaio scorsi, in via Aspromonte, vi fu un alterco tra Chiarello e Di Napoli, l’ennesimo, visto che tra i due non correva buon sangue, in quanto al primo non andava giù la relazione fra sua figlia e il ventiquattrenne Di Napoli. Il trentottenne fu raggiunto da una fucilata in pieno volto e rimase in coma nel reparto di Rianimazione del Papardo. Poi si scoprì che a Capodanno ebbe un ruolo tutt’altro che marginale. Entrambi furono destinatari di un ordine di custodia in carcere, anche se poi a Chiarello vennero concessi i domiciliari a causa dello stato di salute deficitario: durante il regolamento dei conti fu ferito da un colpo d’arma da fuoco vicino a un occhio. La polizia chiuse il cerchio sulla sparatoria di Giostra il 29 gennaio 2014, quando gli agenti notificarono un mandato di cattura al 38enne, da poco rientrato nella sua abitazione di via Moncenisio dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Papardo. E proprio qui, nel reparto detenuti, fece ritorno su insistenza dei familiari che chiesero di non rinchiuderlo nel carcere di Gazzi. Seguì il trasferimento in una comunità. Fra Chiarello e Di Napoli i rapporti erano ormai pessimi per via di quella relazione sentimentale sgradita. Così, “suocero” e “genero” si affrontarono per strada e il 24enne venne centrato da due colpi di pistola al torace e al femore. Mentre Chiarello fu trasportato in ambulanza al Papardo, qualcuno abbandonò Di Napoli davanti all’ingresso della guardia medica del Mandalari. Ma non si scoprì mai chi prestò soccorso ai due feriti, probabilmente persone che si trovavano con loro e che presero parte al fatto di sangue. 

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