“Passano le Amministrazioni ma il copione è sempre lo stesso, è sempre già visto”. Le Federazioni del Pubblico Impiego e dei Pensionati della Cisl intervengono sul grave problema che si profila nel settore dei servizi sociali a Messina. “Un problema – sottolineano i segretari generali della Cisl Fp Calogero Emanuele e della Fnp Cisl Bruno Zecchetto - che non si vuol risolvere e puntualmente si ripetono proroghe di servizi, fasi di stallo per il bilancio di previsione, bandi di gara sospesi. A pagare le spese sono sempre le fasce deboli, gli anziani, i minori, i disabili, le famiglie bisognose”.
La Cisl ricorda come da un anno si parla di risorse insufficienti ma senza affrontare la problematica in maniera seria. “Si assiste – scrivono i sindacalisti - solo a un ping pong di responsabilità tra Amministrazione e Consiglio Comunale. Chi amministra deve saper fare il bene della città e quanto messo in atto sino ad oggi non ha migliorato i servizi della nostra città”.
Il sindacato già lo scorso mese di gennaio ha presentato una proposta di riordino del sistema dei servizi sociali. “Bisogna mettere insieme servizi, operatori e risorse perché solo con quanto disponibile nel bilancio comunale non si possono coprire tutti i servizi erogati in maniera esaustiva, quantitativamente e qualitativamente”. La proposta di riordino dei servizi sociali cammina di pari passo alla riorganizzazione del dipartimento “perché – sostengono Fp e Fnp - siamo convinti che le poche e qualificate professionalità presenti non siano sufficienti a smaltire la grande mole di lavoro che tale complicato sistema impone di affrontare”.
La Cisl chiede all’Amministrazione di conoscere quali sono i motivi del mancato avvio dei progetti previsti dal Piano di Zona per i quali vi sono “impegni assunti sull’utilizzo della forza lavoro proveniente da Casa Serena. attualmente disoccupata e senza ammortizzatori”.
Ma l’allarme per la struttura di Montepiselli è ancora più grave per le voci di una previsione di totale chiusura, con il conseguente licenziamento di altri 40 operatori, come già annunciato dalla Cooperativa Azione Sociale che ha avviato i preavvisi di licenziamento.
“Aspettiamo sempre l’emergenza – attaccano Emanuele e Zecchetto – ma siamo convinti che le soluzioni non possono essere rappresentate da continue proroghe. Bisogna, quindi, trovare a tutti i costi le giuste alternative per non interrompere e compromettere i servizi sino al 31 dicembre”.
La Cisl pensa che l’ipotesi che l’assessore Mantineo con i suoi tecnici e il direttore generale Le Donne procedano con una trattativa privata a termini ridotti, raschiando il fondo barile delle risorse e le economie residuali negli interventi di bilancio, debba prevedere contestualmente l’avvio di un tavolo di confronto vero, serio e costruttivo “perché – concludono Emanuele e Zecchetto - siamo convinti che il 2015 riserverà atri scenari ancora più inquietanti considerato che le difficoltà sulla disponibilità di risorse saranno ancora più accentuate. Ci attendiamo una risposta immediata per evitare la mobilitazione generale e soprattutto quelle iniziative assunte nei mesi scorsi che oggi rischiano di diventare ancora più eclatanti perché negli operatori c’è rabbia, disperazione ma soprattutto bisogno di lavorare in serenità”.
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