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Atm, dipendenti “infedeli” e controlli carenti

 Tiene banco la vicenda dei furti di gasolio dagli autobus dell’Atm. Spedizioni ripetute, che si sarebbero protratte chissà per quanto tempo ancora, visto che l’esecuzione di alcune misure di custodia da parte della Digos è avvenuta proprio nel corso di un prelievo, nella notte tra venerdì e sabato. E si stagliano ombre inquietanti sull’azienda di via La Farina, zone buie riguardanti i controlli in determinati settori. Ad esempio, Placido Fumia, il dipendente “infedele” addetto alla portineria, era in grado di organizzare i propri turni lavorativi in base alle attività da porre in essere ai danni della municipalizzata. «Fumia si presentava sul posto tanto nei giorni in cui era comandato in servizio, quanto in quelli in cui era in riposo, ottenendo cambi coi colleghi. Dava poi al complice (Giovanni Batessa ndr) telefonicamente le informazioni utili per operare in sicurezza – scrive il gip Monica Marino nell’ordinanza –. Da talune conversazioni intercettate è emerso poi che Fumia conseguiva un compenso per il contributo indispensabile dato». L’altro dipendente dell’Atm accusato dalla Procura di condotte tutt’altro che irreprensibili risponde al nome di Rosario Allegra, destinatario di obbligo di dimora nel Comune di Messina. «Addetto al servizio di rifornimento, in due precise circostanze opportunamente riscontrate, in presenza di altri suoi colleghi non meglio identificati in quanto “addetti al rifornimento dei mezzi”, si è appropriato illecitamente di carburante destinato ai mezzi pubblici di trasporto, prelevandolo in un primo caso direttamente dall’impianto di distribuzione interna e in un secondo durante operazioni di approvvigionamento dello stesso impianto a mezzo di autocisterna». Dall’or - dinanza, in particolare, viene fuori che Allegra, il 5 novembre 2013, in turno dalle 16.30 alle 23, alle 21.10 avrebbe messo carburante nella sua Peugeot 207 con due annaffiatoi di colore verde, mentre un collega fungeva da palo. L’8 novembre, intorno alle 18.44, avrebbe riempito una tanica di plastica di altro gasolio, poi trasbordata fuori dall’Atm su uno scooter Honda Sh. Episodi, questi, che dimostrano marchiane carenze sul fronte della vigilanza poi rivelatesi dannose nei confronti di un’azienda già disastrata (la banda avrebbe causato una perdita di circa 250mila euro). Per questo, l’amministrazione comunale sta gia correndo ai ripari, disponendo un’indagine interna finalizzata a chiarire i cortocircuiti. Intanto, la settimana che si apre oggi sarà dedicata agli interrogatori degli 11 soggetti raggiunti dalle ordinanze di custodia richieste dal sostituto procuratore Alessia Giorgianni. Il gip Marino sentirà prima i due rinchiusi in carcere (Giovanni Batessa e Placido Fumia), poi Giuseppa Urbino e Vennero Rizzo (agli arresti domiciliari), quindi gli altri indagati a cui sono stati notificati i provvedimenti di minore entità.

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