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Far del proprio dolore
il seme della rinascita

Da piazza Pozzo alla Chiesa madre di San Nicola, in processione. Il passo è lento, quasi felpato, niente a che vedere con quella tragica notte che strappò la vita a 37 persone. Ansia, paura, frenesia, orrore, morte, distruzione lasciano spazio alla riflessione, strumento necessario per non ripetere gli errori del passato. Giampilieri piange i suoi morti a cinque anni di distanza dalla terribile alluvione che ha devastato tutto, nel villaggio sud di Messina così come ad Altolia e Briga e nella vicina Scaletta Zanclea. Regna il silenzio mentre la gente si riunisce nei pressi del monumento dedicato agli angeli volati in cielo l’1 ottobre del 2009. Una leggera brezza accompagna le parole di padre Alessandro, capaci di collegare il valore del dolore nella perdita alla speranza ed alla rinascita di una villaggio che ha subito un duro colpo ma non si è piegato, riuscendo a rialzarsi seppur con fatica. Un po’ più veloci incalzano 21 rintocchi di campana, che vibrano nell’anima quando il corteo si snoda lungo la via Puntale e raggiunge appunto la Chiesa.   

L’assessore regionale ai Beni culturali Giusi Furnari ha annunciato ieri l’inserimento di Giampilieri nel registro delle eredità immateriali, meglio noto come l’Albo delle identità e della memoria.

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