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La Corte d'Appello conferma confisca beni Scirocco

tribunale generico

A carico di Francesco Scirocco, sospettato di contiguità con esponenti di spicco di gruppi mafiosi operanti nella fascia tirrenica-nebroidea, soprattutto Barcellona e Tortorici, è stata confermata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Ma soprattutto, la Corte d’Appello presieduta da Francesco Tripodi, ha quasi interamente confermato la confisca di beni per circa 30 milioni di euro  disposta nel dicembre 2011 dalla prima sezione Penale del Tribunale di Messina che aveva accolto la proposta della Direzione distrettuale antimafia e della DIA di Messina.  I giudici di secondo grado hanno restituito solo il Consorzio Sviluppo Territorio ed Ambiente, risultato estraneo al patrimonio di Scirocco, con esclusione di un’Audi 8 che sebbene intestata al Consorzio era normalmente utilizzata dall’imprenditore di Gioiosa Marea attualmente in carcere dopo essere stato arrestato nell’operazione antimafia Gotha.

L’analisi dell’interessante documentazione acquisita durante il primo sequestro per circa 37 milioni di euro e il rinvenimento di alcuni timbri di società all’interno di una scrivania in uso all’imprenditore ed alla sua segretaria, avevano condotto alla riconducibilità a Francesco Scirocco di ulteriori società nonostante le quote fossero formalmente intestate ad altri soggetti. Nel corso del procedimento che ha condotto alla confisca dell’ingente patrimonio il Tribunale di Messina aveva pienamente condiviso le conclusioni di Procura e DIA, circa la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio nella sua disponibilità. Complessivamente, la confisca riguarda le quote sociali  di 12 società, 2 appartamenti, alcune autovetture di grossa cilindrata polizze assicurative e disponibilità bancarie. IN precedenza erano stata invece già dissequestrata la Ferrari 430, poiché gli inquirenti avevano accertato che non era più di proprietà di Scirocco, e  2 società intestate a terzi.

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