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Il Pd supera
la prima prova
del dopo Genovese

Alla fine quel big bang, auspicato soprattutto a Messina dai renziani della prima ora, è arrivato con le europee 2014. Quel 32,37% del PD, nonostante il dopo Genovese, è stato un risultato inatteso, ma, quindi, possibile- commenta Alessandro Russo, il quale sottolinea che “aver affrontato  la questione morale con rigore, ha restituito fiducia alla gente che crede in un’alternativa al sistema strutturato su e da Francantonio Genovese, in un partito che si può ricostruire sui valori della trasparenza e dell’onestà.” Russo, con gli altri componenti il gruppo storico, che fa riferimento al presidente del consiglio, e cioè Francesco Palano Quero e Filippo Cangemi, adesso chiede al segretario provinciale Basilio Ridolfo (che nei giorni scorsi aveva congelato le proprie dimissioni) di avviare il percorso congressuale per eleggere la nuova classe dirigente, compreso il segretario cittadino. Posto rimasto vuoto, questo, dalle primarie amministrative dell’anno scorso con le dimissioni di Giuseppe Grioli, il quale si dice felice per il pd e per un’Italia che non si abbandona al disfattismo e vuole risorgere. L’elettorato di  Messina –aggiunge- ha dimostrato di essere più avanti della classe politica stessa. Per Francesco D’Uva, deputato nazionale del M5S, il dato del partito di Grillo 23,45% dimostra che a Messina qualcosa è cambiato, ma resta il trend evidente che “chi una volta votava Berlusconi, oggi sceglie Renzi”. Per i grillini si apre, dunque, il momento dell’analisi per capire se l’errore stia nel modo di pubblicizzare il proprio operato.  Risultato più che soddisfacente quello di Forza Italia col 18,68 per il capogruppo al comune Giuseppe Trischitta, soprattutto se si considera che la scissione con l’ ncd e, prima ancora, con Fratelli d’Italia, ha lasciato in campo soltanto 4 consiglieri comunali e tre di quartiere, e che non c’era un candidato locale che potesse sperare di vincere. Enzo Garofalo deputato nazionale Ncd giudica positivo il risultato cittadino del partito di Alfano, che si attesta come quarta forza politica con il 10, 94. Premiato il lavoro a contatto col territorio in una sfida diretta contro quello che fino a ieri era  il secondo partito d’Italia, con un simbolo conosciutissimo e un leader sulla scena politica da venti anni. E per il candidato Nino Germanà, il messinese più votato, la grande soddisfazione è che Messina, in Sicilia, sia stata seconda solo ad Agrigento, città natale del Ministro.  Per gli emergenti il 5,61%  dell’altra Europa con Tsipras è un risultato straordinario, oltre anche personale, per il candidato Antonio Mazzeo, con oltre 13milavoti soltanto in Sicilia, e per un movimento che ha fatto una campagna elettorale  quasi a costo zero, col porta-a-porta e i social network. Per Mazzeo equivale ad aver esportato in Europa l’esperienza di Cambiamo Messina dal basso, il movimento del sindaco Renato Accorinti: e, a questo proposito,   durissimo il commento del capogruppo del PD a palazzo Zanca Paolo David sul primo cittadino apparso sul palco con Nichi Vendola. “Invece di pensare ai problemi della città sì è messo a fare campagna elettorale – dice- proprio lui che non voleva aderire ad alcun partito politico.      

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