L’ultimo “report” sull’andamento dei lavori di riparazione degli approdi di Tremestieri, finalmente, mette un po’ di ottimismo. Da diffondere con cautela, visto quanto è accaduto dal 27 maggio del 2011 ad oggi, ovvero da quando l’Autorità portuale e l’impresa veneta Scuttari hanno firmato il contratto per i lavori portuali più faticosi e sfigati dell’ultimo ventennio. Le opere a mare, quelle problematiche per definizione, sarebbero dovute durare sei mesi: si avvicina la terza estate di fila ed ancora devono completarsi. Ma stavolta, pare, ci siamo. Dopo i 66 pali del nuovo tratto ricostruito “ a giorno”, perché la diga possa tornare alla sua lunghezza, quella sancita dalla variante che la protese di 50 metri –senza cui forse il mini porto sarebbe stato distrutto già dopo pochi anni –l’impresa era entrata in nuova fase di difficoltà. A porre problemi era anche l’installazione dei 55 micropali sul fondale, e ciò a dispetto del loro diametro ridotto e quindi della minore resistenza opposta dal fondale, cosparso di uno strato lavico, alle ulteriori trivellazioni. Fortunatamente, però, la ditta Scuttari e la direzione lavori dell’intervento, affidata al Genio civile delle Opere marittime, sono venuti a capo di quest’ultima piccola telenovela. Dei 55 micropali previsti ne sono stati fissati già 40, e considerato che il ritmo d’infissione è di 7-8 a settimana, meteo permettendo, in una quindicina di giorni – venti se va male – i lavori a mare finalmente termineranno. Sembra la luce nel fondo di un tunnel.
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