«Presto qui serve una sedia». È questa la traduzione verbale dell’immagine che racconta uno dei tanti “volti” dello sbarco di mecoledì sera dei 361 migranti al molo Marconi. A richiedere la sedia, a rotelle, o nei casi più gravi una barella, i tanti volontari, della Croce Rossa e non, che hanno prestato soccorso alle donne e agli uomini sbarcati a Messina. La maggior parte dei quali a stento riusciva a reggersi in piedi. Molti, soprattutto fra i più giovani, dopo aver lentamente sceso gli stretti e ripidi gradini della scaletta della portacontainer, hanno potuto raggiungere la tenda adibita a punto medico solo se tenuti su per le braccia o, appunto, “a bordo” delle sedie a rotelle. Come raccontato da diversi operatori del comitato provinciale della Croce Rossa, coadiuvati dalla presidente Grazia Costa, quasi tutti i migranti hanno toccato terra in condizioni di notevole disidratazione, con contusioni in diverse parti del corpo ed evidentemente traumatizzata. Secondo quanto disposto dalla Prefettura, così come avvenuto nei mesi di ottobre e novembre, a gestire l’a c c oglienza all’intero del palazzetto sarà nuovamente la Croce Rossa. I grandi fari della palestra del “Primo Nebiolo” sono dunque tornati ad illuminare il parquet, trasformato, nel giro di poche ore, in un enorme dormitorio. Ad essere collocate, l’una di fianco all’altra, non solo normali brandine, ma anche, per cercare di recuperare metri quadri, letti a castello.
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