C’era tutta la città, ieri sera al “Vittorio Emanuele”, per il concerto di protesta promosso dall’Orchestra e dalle maestranze tutte del Teatro per rivendicare maggiore attenzione – e maggiori fondi – per l’ente peloritano. I messinesi hanno risposto alla grande all’appello rivolto nei giorni scorsi dai professori d’orchestra, che hanno deciso di organizzare quest’appuntamento che inizialmente doveva aprire il mini-cartellone poi saltato. Ieri c’erano, per l’amore per il proprio Teatro e per il desiderio di tornare a frequentarlo, com’era abituato a fare, settimanalmente. E invece da maggio scorso il nostro Teatro non ha prodotto più nulla, finendo con l’ospitare spettacoli di privati e di associazioni musicali.
Lungo (forse anche troppo) e composito il programma della serata, aperta da Pierino e il lupo di Prokofiev, con Ninni Bruschetta fattosi apprezzare come voce recitante della celebre favola musicale. Poi l’intervento dei ragazzi del Pinelli, purtroppo compreso da pochi penalizzato – com’è stato – da gravi problemi tecnici (ovvero da un microfono che non ha voluto saperne di funzionare); quindi, la suite de La distanza della luna di Giovanni Renzo (esibitosi al pianoforte), riarrangiata per pianoforte, sassofono soprano e orchestra; chiusura affidata, poi, a Orchestra del Teatro e Coro Cilea, che hanno proposto pagine tratte da Norma di Bellini e da Nabucco di Verdi, compreso il celeberrimo Va’ pensiero.
Messina, in tutte le sue componenti (sindaco Accorinti in testa) la sua parte l’ha fatta, facendo sentire il proprio appello, appassionato e accorato: adesso tocca alla politica prendere atto di questa situazione adottando le decisioni più ragionevoli e giuste.
E in fretta.